L’odio non può trionfare. Siamo già in una guerra nuova e senza frontiere. Che l’Europa può affrontare solo unita

L'odio non può trionfare. Siamo già in una guerra nuova e senza frontiere. Che l'Europa può affrontare solo unita

di LUCIO D’UBALDO. La guerra che l’opinione pubblica mondiale auspicava o temeva trovasse in Siria il terreno di deflagrazione, tanto nello scontro diretto con l’Isis quanto nella competizione indiretta tra USA e Russia, vede con il venerdì di sangue di Parigi colpita tutta intera l’Europa, ma con essa l’Occidente democratico.

Gli attentati di ieri sera hanno qualcosa di specifico rispetto alle precedenti manifestazioni di odio terroristico scatenato dagli islamisti, in particolare nella capitale francese. L’attacco a Charlie Hebdo mirava infatti a colpire anzitutto l’idea stessa di libertà, che secoli di civilizzazione hanno forgiato in termini di stile e sostanza del nostro vivere collettivo. Successivamente, l’aggressione a una drogheria cosher riproponeva la drammatica nota antisemita dei combattenti del nuovo Califfato. L’artefice del gesto criminale, Amédy Coulibaly, aveva questo obiettivo molto chiaro rispondente alla visione del radicalismo islamico. Entrambi gli attentati, come stamane hanno notato Marie Boeton e Florence Couret su “La Croix”, avevano un connotato politico specifico.

Ciò che è avvenuto ieri a Parigi rappresenta qualcosa di profondamente diverso, anche se iscritto nella medesima logica della guerra all’occidente. I terroristi hanno voluto provocare paura e sgomento con attacchi multipli e simultanei, sfidando apertamente gli apparati di sicurezza, in uno scenario che tuttavia riproduce la manifestazione di potenza dei piloti assassini del’11 settembre americano. Parigi è stata sconvolta, messa con le spalle al muro, costretta a difendersi come mai in precedenza: non a caso è scattato per la prima volta il piano”Alpha” predisposto per reagire militarmente a operazioni condotte in contemporanea da nuclei combattenti distribuiti in più punti sul territorio.

Abbiamo da riflettere, con lucidità e prontezza, su questa escalation del terrore. Il Presidente Hollande ha pronunciato parole molto dure, anche nel messaggio di stamane, convinto che la Francia saprà reagire. Il problema è che in questa guerra senza frontiere a reagire devono essere in primo luogo le capitali europee – non da sole ovviamente – in uno sforzo teso a  coordinare l’approntamento di nuove e più stringenti misure di sicurezza. In fondo, però, la forza della ragione deve ancora e sempre presidiare il campo della politica, quella specialmente illuminata dal senso di giustizia e umanità, soprattutto quando implica la difesa di principi e valori connessi alla dimensione della pacifica convivenza tra i popoli e le nazioni.

L’odio non può trionfare.

*   da IL DOMANI D’ITALIA