Lotteria Quirinale, Berlusconi alza la posta. E ora sul Colle tutto può cambiare. Oggi nuovo vertice con Alfano. Si cerca un nome non di sinistra

No, non è finita qui. Perché se l’incontro avvenuto a Palazzo Chigi fra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi rappresenta la versione aggiornata e corretta del patto del Nazareno, che ora dovremo chiamare di Chigi, sulla scena irrompe un nuovo Cavaliere. Il quale, tonificato dal fatto di avere in mano le redini del gioco e le chiavi del palazzo, ha deciso di elevare al massimo livello la scommessa con il premier. E così oggi il sire di Arcore, stavolta al Senato, vedrà Angelino Alfano, con il quale vuole mettere a punto la strategia da seguire in vista dell’elezione del nuovo capo dello Stato. E non si tratta di un dettaglio da poco.

IL SUMMIT
All’incontro, raccontano i bene informati, parteciperanno anche i capigruppo di Forza Italia e del Nuovo Centrodestra. Insomma, una bella rimpatriata fra vecchi amici che rischia di mettere in seria difficoltà la minoranza del Partito democratico, facendo un favore a Renzi. Unendo i voti azzurri a quelli degli alfaniani, il presidente del Consiglio può davvero iniziare a parlare di legge elettorale in tasca. Nel pomeriggio di domani, poi, Berlusconi dovrebbe riunire i deputati azzurri, anche se la conferma ufficiale della riunione non è ancora arrivata. Resta l’ipotesi, ma anche qui manca l’ufficializzazione, di convocare dopo la riunione del gruppo di Forza Italia a Montecitorio un Ufficio di presidenza, tra le 18 e le 19. Appuntamento che, però, potrebbe slittare alla prossima settimana, a ridosso dell’avvio delle votazioni sul nuovo capo dello Stato e dopo il nuovo faccia a faccia tra Berlusconi e Renzi, che si dovrebbe svolgere martedì prossimo. E quello potrebbe essere davvero il vertice decisivo per la scelta del nome. Insomma, alla luce di questi particolari, è del tutto evidente che la partita per il Quirinale comincia a chiarirsi: Matteo e Silvio la giocheranno dalla stessa parte. Il patto del Nazareno, anzi di Chigi, tiene ma entrambi dovranno pagare un prezzo non indifferente, in vista della seconda fase della legislatura. In pratica, il Rottamatore ha chiesto al Cavaliere di garantire la maggioranza sulle riforme, riconoscendo dunque implicitamente che essa non esiste senza Forza Italia. I voti azzurri saranno decisivi per l’approvazione dell’Italicum e per la fine del bicameralismo perfetto.

LA STRATEGIA
In cambio il leader di azzurro, insieme ad Alfano, avrà voce in capitolo nella scelta del successore di Giorgio Napolitano, ma soprattutto vedrà riconosciuta la sua “agibilità” politica (sebbene su questo tema ci sia ancora molta nebbia), cioè la possibilità di tornare in campo a pieno titolo nel centrodestra. Il prezzo che il tandem paga all’intesa è una rottura quasi irreversibile con le opposizioni interne. Renzi non ha concesso nulla alla minoranza Dem sui capilista bloccati dell’Italicum perché questo era il punto intangibile per Forza Italia (assicura infatti al Cav la possibilità di “piazzare” i suoi fedelissimi in lista). Berlusconi ha imposto ai suoi di accettare il premio di lista e non di coalizione. Una scelta “suicida” secondo Raffaele Fitto che l’ha apertamente contestata.

LE SPINE
Per il capo dei frondisti “Renzi è in difficoltà nel suo partito e noi lo aiutiamo svendendo i valori di Forza Italia”. Eppure alle spalle di questa apparente contraddizione c’è’ tutto il senso della strategia berlusconiana, incentrata sull’ eterno “ritorno in campo”, ovvero l’unica cosa, assieme alle aziende, che interessa il Cav. Il Cavaliere è convinto, come dicono i suoi fedelissimi, che il “modello Lombardia”’ (dove Fi governa insieme a Lega, Ncd e Fdi) sia lo strumento per resuscitare il centrodestra e che lui sia l’unico sciamano politico in grado di compiere questa operazione. Già martedì prossimo sapremo davvero quali i tasselli giusti da piazzare sul tavolo…