Mafia Capitale, lo scoop di Mentana ignorato da Corriere e Repubblica. Perché? Zingaretti si difende in aula dalle accuse di Buzzi

Lo scoop del Tg di La7 sui nuovi verbali di Mafia Capitale, con le accuse fatte da Buzzi alla Regione Lazio, è praticamente passato inosservato per Corriere e Repubblica. Tg, siti e quotidiani nazionali hanno ripreso la notizia anticipata da Mentana, mentre i due più grandi giornali italiani, dopo i titoli in prima pagina sugli scandali di Mafia Capitale delle settimane passate, sembrano quasi ignorare le accuse di Buzzi – nelle nuove vesti di collaboratore di giustizia – sulla Regione Lazio. Dei giornali a tiratura più diffusa solo il Messaggero ha dedicato ampio spazio alla nuova fase dell’inchiesta. Quasi che ci fosse una “impar condicio” di Mafia Capitale. Come mai? E’ antipatia nei confronti di Mentana oppure non credono alle nuove dichiarazioni di Buzzi? O non vogliono dare un dispiacere al governatore Zingaretti?

Il presidente della Regione Lazio, intervenendo in Consiglio regionale sulle ultime vicende legate a Mafia Capitale ha dichiarato: «Ora chi è accusato, accusa dal carcere. Io penso che nel nostro ordinamento l’accusato abbia il diritto di mentire sulle proprie responsabilità ma non di calunniare terzi. Buzzi ne risponderà di fronte alla giustizia. Ho conferito mandato ai miei legali di querelarlo per sue dichiarazioni».
Il presidente Zingaretti quindi ha smentito categoricamente le dichiarazioni di Buzzi che – secondo un’esclusiva de La7 – ai magistrati avrebbe detto che «Odevaine mi ha riferito che per la vendita del Palazzo della Provincia di Roma presero i soldi il capo di gabinetto Maurizio Venafro, il segretario generale Calicchia e l’imprenditore Cionci, per Zingaretti». «Da parte mia – ha continuato Zingaretti – non posso che confermare che la ricostruzione data è palesemente e totalmente falsa. La Provincia di Roma – ha aggiunto il governatore – non comprò nessun palazzo prima che venisse costruito e compito della mia amministrazione insediatasi nel 2008 fu quella di portare a termine un’operazione decisa molti anni prima dalla precedente amministrazione, se non erro nel 2005, e confermo di non aver mai ricevuto nessun tipo di beneficio personale, materiale, economico e, mi permetto di dire, neanche politico viste le polemiche che quella scelta suscitò. Fu conclusa a mio giudizio un’operazione perché condividevamo l’idea e anticipatrice di politiche di spending review di concentrare le sedi istituzionali divise in diversi siti con svariati milioni di risparmi. L’operazione sul Palazzo della Provincia di Roma fu anche oggetto di una lunga istruttoria della Corte dei Conti che si concluse nel dicembre del 2012 con l’archiviazione».