Maroni blocca i rifiuti di Roma, 40 tonnellate ferme a Brescia. Il Pirellone smaschera l’immondizia di Cerroni. Non sarebbe trattata come previsto dalla legge

di Andrea Koveos

Il Lazio se la deve cavare da solo, altrimenti verrà sepolto dalla monnezza. Questo è certo, visto che anche la Lombardia non ne vuole sapere di accogliere la spazzatura romana, anche perché non è stata trattata a dovere. Da qualche giorno, infatti, quaranta tonnellate di rifiuti speciali provenienti dalla Capitale sono bloccati nella discarica Gedit di Montichiari in provincia di Brescia. I controlli della task force dell’Arpa, allertata dalla Regione Lombardia, ha riscontrato delle difformità sospette fra i codici Cer (una sorta di carta d’identità dei rifiuti) e il materiale effettivamente trasportato da due dei quattro camion approdati a Vighizzolo (frazione di Montichiari). Il conferimento di metà della partita di scarti è stato dunque sospeso in attesa dei referti sui campioni prelevati dai tecnici dell’Arpa. Le potenziali irregolarità non riguardano il Fos ovvero la parte più sporca del compost, ma la frazione secca, rifiuti indifferenziati che non possono finire inceneriti nei termovalorizzatori. In questo stock – come rivela Brescia oggi – sarebbero state trovate delle sostanze terrose anomale. La discarica più grande d’Europa ha chiuso appena sei giorni fa. Ma delle 5mila tonnellate al giorno di rifiuti che la Capitale continua a produrre non si è trovata ancora collocazione. Così come nessuno sa che fine farà la spazzatura trattata dagli impianti di Cerroni, dal momento in cui non potrà essere utilizzata per il ripristino ambientale di Malagrotta. Certo, è quasi certo che verrà spedita fuori regione. Al momento però non esiste alternativa a Malagrotta. Il sindaco di Roma Capitale, Ignazio Marino, ha fatto marcia indietro sul sito di Falcognana  e anche sull’invaso di Cupinoro (nei pressi di Bracciano) che può accogliere al massimo 20 mila tonnellate di scarto di Cdr fino al 31 dicembre 2013.

Altre soluzioni vengono di volta in volta smantellate. Come l’ultimo no della Lombardia che, per altro, sembra aver certificato che i rifiuti trattati da Cerroni sarebbero difformi da quello che il monopolista romano dichiara. Sembrano dunque trovare conferma timori, inquietudine e sdegno espressi da istituzioni e cittadini di Montichiari alla vigilia dell’operazione destinata nel giro di due mesi a tumulare nelle viscere della Bassa almeno 9 delle 38 mila tonnellate di rifiuti che soffocano la Capitale dopo la chiusura della più grande pattumiera d’Europa. Il Pirellone, da sempre contrario allo smaltimento in territorio lombardo di scorie provenienti da altre regioni, è passato rapidamente dall’indignazione all’azione predisponendo una campagna di controlli sugli scarti provenienti da Roma. Nel fronte del no ad accogliere l’immondizia romana sono scesi in campo diversi amministratori locali. Grazie ai controlli predisposti da Regione Lombardia e da Arpa sul territorio comunale di Montichiari, sono stati bloccati due camion che trasportavano rifiuti non conformi rispetto al codice Cer dichiarato. Questo intervento testimonia l’impegno della Regione e la sensibilità verso tematiche ambientali, soprattutto in una zona come quella di Montichiari già violentata dalle discariche. – ha dichiarato il consigliere regionale Fabio Rolfi – Sicuramente terremo alta la guardia e continueremo a presidiare il territorio per evitare che situazioni di questo tipo possano ripetersi”. E ancora. “la situazione ha dell’incredibile – osserva l’assessore regionale all’Ambiente Claudia Terzi – La Lombardia si sta dando da fare per non avere più bisogno di discariche. Grazie agli investimenti nella raccolta differenziata ormai meno dell’8% dei nostri rifiuti finisce nei centri smaltimento lombardi, e cosa facciamo? Importiamo spazzatura? A cosa servono i nostri sforzi, a farci prendere in giro dalle altre Regioni? Al solito, il Nord è cornuto e mazziato”. Laconico quanto emblematico il commento del vicesindaco di Montichiari. “La vicenda ribadisce che il business dei rifiuti viene prima degli interessi collettivi – osserva Gianantonio Rosa – Ci conforta il sostegno della Regione, ma come Comune continueremo a fare la nostra parte”.