Matteo Renzi o no, questo Partito democratico non cambia

Quello andato in scena al Nazareno è stato uno scontro aspro, riassunto perfettamente dalla frase pronunciata da Renzi: “Ognuno vada dove vuole andare”

A leggere quanto è accaduto nella direzione del Pd di ieri si capisce perché stavolta Matteo Renzi abbia scelto di mettere da parte lo streaming. Quello andato in scena al Nazareno è stato uno scontro aspro, riassunto perfettamente dalla frase pronunciata dall’ex premier prendendo in prestito Guccini: “Ognuno vada dove vuole andare”. Un avviso di sfratto bello e buono a chi non la pensa come lui, a cominciare da Orlando e Franceschini che spingono affinché il Pd esca dalla logica isolazionista nella quale l’ex sindaco di Firenze l’ha infilato. Ma questo clima da guerra dei Roses, arroventato dalla sconfitta alle Amministrative, dimostra come in 4 anni Renzi non sia riuscito a cambiare di una virgola un partito dentro al quale, nel 2013, Marianna Madia denunciava di aver visto “ipocrisia” e “opacità” ma anche “un sistema di piccole e mediocri filiere di potere che sono attaccate così al potere stesso da non volerlo cedere di un millimetro”. Tutti infatti nel Pd vogliono contare più dell’altro, anche a costo di portare la macchina a sbattere (come accaduto ai tempi della mancata elezione di Prodi al Quirinale). “Matteo” è avvisato.