Maurizio Martina eletto segretario del Pd. L’Assemblea gli affida il compito di raccogliere i cocci in casa dem

L'intesa raggiunta ha portato alla scelta di Maurizio Martina come segretario del Partito democratico. L'assemblea ha votato quasi all'unanimità

L’intesa raggiunta ha portato alla scelta di Maurizio Martina come segretario del Partito democratico. L’assemblea ha votato quasi all’unanimità quello che era già il segretario reggente dopo le dimissioni di Matteo Renzi. Solo 7 contrari e 13 astenuti. Il piano prevede ora l’avvio da subito della fase congressuale, inclusi i congressi regionali, e primarie nel 2019, prima delle elezioni europee.

Nel corso della mattinata c’è stato anche l’intervento di Matteo Renzi che ha provato a indicare la strada: “Ripartenza non può essere ricostruire un simil Pds o una simil Unione”, ha detto Matteo Renzi all’Assemblea Pd. “Se qualcuno pensa che sia la nostalgia la chiave non coglie la novità. Noi l’egemonia l’abbiamo avuta per tre o quattro anni. L’abbiamo persa e l’atto delle dimissioni ha questo significato”. Poi l’ex segretario ha rilanciato con un nuovo invito: “Abbassiamo tutti i toni delle tifoserie. So che non sono l’unico responsabile ma in politica si fa così: paga uno per tutti. Tra le cause della sconfitta ci sono “i toni e i tempi della campagna elettorale. Non è l’algida sobrietà che fa sognare un popolo, devi dare un orizzonte forte al Paese”. Altra causa è “la mancanza di leadership: non c’è comunità che non esprima un leader, perché in politica la comunicazione è essenziale”. Inoltre “non abbiamo dettato l’agenda: sullo ius soli dovevamo decidere, o si metteva la fiducia a giugno o si smetteva di parlarne. Io l’avrei fatto perché fondamentale. Smettiamola di considerare nemici quelli accanto a noi. Ci rivedremo al congresso, riperderete il congresso e il giorno dopo tornerete ad attaccare chi ha vinto”. “Adoro stare sui contenuti e ragionare, per chi è in grado di ragionare mica per tutti…”, insiste. E poi ai suoi: “Vi suggerisco di non cadere nelle provocazioni”. Non sono mancate le stoccate a Lega e Cinque Stelle. L’intervento di Renzi però ha subito anche alcune critiche tra cui quelle del governatore del Lazio, Nicola Zingaretti: “Matteo non ascolta mai, è un limite enorme”. Sulla scelta di Martina il presidente del Lazio ha parlato di “mandato a tempo”.

L’intervento di Martina prima dell’elezione – In mattinata era arrivata la piena disponibilità di Martina a guidare il partito. Questo l’intervento che ha preceduto la successiva investitura a segretario dem. “Quello che posso fare è rendermi disponibile a fare il segretario di un partito che costruisca la sua fase di riprogettazione. Sono pronto a scrivere una pagina nuova su un progetto e poi sulle persone – ha detto Martina – Si può fare di qui ai prossimi mesi, si può insieme nella pluralità se teniamo un principio fondamentale sapendo la sfida che ci aspetta. Questo partito deve scuotersi e mettersi alla ricerca di nuova linfa anche fuori di qui, tornare a fare un lavoro vero, aprirsi. Il partito demcoratico deve suonare come una grande orchestra. Propongo che il partito avvii un percorso congressuale straordinario da qui a prima delle europee che ci porti a elaborare idee, persone, strumenti nuovi. Dobbiamo riorganizzare tutto”, ha aggiunto Martina che propone per ottobre “un grande appuntamento che si rivolge al Paese. Chiedo di fare un lavoro rifondativo, in ballo ci sono le ragioni fondative del Pd”. Quindi “è necessario rifondare il partito. Bisogna riorganizzare tutto di noi, una parte della competizione che abbiamo perrso, si è giocata sulle leadership, sulla conunicazione, sull’organizzazione. Pur essendo un partito nato dieci anni siamo apparsi vecchi. Ci siamo fermati nella capacità di innovare, nel modo in cui fare comunità politica”. Per Martina “credo che questa assemblea deve avere la consapevolezza del lavoro nuovo che ci tocca per la radicalità della sconfitta subita il 4 marzo. In discussione non c’è solo l’esistenza del nostro progetto politico, la sconfitta e la portata politica del 4 ha messo in discussione gran parte delle categorie del lavoro che abbiamo affrontato. Il problema è trovare una nuova alternativa alla nuova destra di questo Paese”.