Maxicampagna pubblicitaria. Ora Pompei cerca un nuovo brand dando 700 mila euro all’inventore del “quadrato” della Cgil

di Stefano Sansonetti

La spesa non è proprio indifferente, visto il contenuto dell’appalto. Se poi si considera il caos nel quale il sito di Pompei rischia di sprofondare quasi quotidianamente, tra crolli e assemblee sindacali dell’ultimo minuto, le perplessità sorgono spontanee. Diciamo subito che il ministero dei beni culturali, in particolare la Soprintendenza speciale per Pompei, Ercolano e Stabia, ha nei mesi scorsi assegnato una gara per “l’ideazione, realizzazione, sviluppo e gestione del piano di comunicazione per l’area archeologica di Pompei”. Alla fine, dopo aver “setacciato” le offerte di 12 concorrenti, la scelta è caduta su Inarea, una delle più famose società di “brand identity”. Inarea, per inciso, è guidata da Antonio Romano, colui che ha inventato il quadrato della Cgil, la farfallina della Rai e il cane a sei zampe in movimento dell’Eni nella versione dello spot televisivo.

LE CIFRE
Ad ogni buon conto la società ha incassato l’appalto per 700 mila euro (la base originaria era di 822 mila). Naturalmente, dopo tutte le disavventure capitate al sito archeologico, nessuno può negare che un’operazione di comunicazione sia in qualche modo necessaria. In primis perché uno dei gioielli italiani, a dir poco appannato, deve tornare a occupare le posizioni che gli competono. Certo che se poi basta una qualsiasi assemblea sindacale a rispingere Pompei nei bassifondi di un’ipotetica classifica di immagine, allora aumenta considerevolmente il rischio che anche l’assegno da 700 mila euro staccato dalla Soprintendenza per rifare l’immagine all’area si riveli del tutto inutile. C’è da sperare che non sia così, ovviamente. Anche perché Inarea ha già predisposto un nuovissimo brand con cui portare l’immagine di Pompei nel mondo. E sta già lavorando a tutti gli altri capitoli del bando, dal coordinamento dei prodotti editoriali fino alla preparazione di una segnaletica del tutto nuova all’interno dell’area.

IL QUADRO
Da segnalare che i soldi con cui viene pagata la commessa arrivano dai fondi europei (che sempre soldi pubblici, in ogni caso, sono). Insomma, alla fine per la politica nazionale e locale diventa indispensabile saper governare tutte quelle dinamiche, sindacali in primis, che rischiano di far morire sul nascere ogni iniziativa finalizzata a resuscitare Pompei. Purtroppo anche i fatti più recenti ci hanno mostrato come sia facile indignarsi quando le cose sono già accadute. Basti pensare alle reazioni stizzite dei giorni scorsi arrivate dal ministro per i beni culturali, Dario Franceschini, e dal governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Proteste vibranti, sui cui contenuti tutti siamo d’accordo, ma come al solito arrivate quando i buoi sono già scappati dal recinto. Nel frattempo la Soprintendenza, guidata da Massimo Osanna, continua ad andare avanti. E questo significa che continua anche a organizzare gare e assegnare appalti, con tutte le spese che ne conseguono. Sarebbe deleterio rischiare di trasformarle in spese inutili.

Twitter: @SSansonetti