Mediatrade, sentenza ribaltata in appello. Condannati a un anno e due mesi Confalonieri e Pier Silvio Berlusconi. Ma la prescrizione è vicina

Condannati nell'appello del processo Mediatrade a un anno e due mesi il presidente Mediaset, Fedele Confalonieri, e il suo vice, Pier Silvio Berlusconi

Condanna per il caso Mediatrade per il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, e per il suo vice, Pier Silvio Berlusconi. Si tratta della sentenza del processo d’appello, che ribaltando il procedimento di primo grado concluso con l’assoluzione nel mese di luglio del 2014, ha condannato Confalonieri e Berlusconi a 1 anno e 2 mesi.

L’APPELLO – La condanna è arrivata per il reato di frode fiscale relativo esclusivamente all’anno 2007. Nei loro confronti i giudici hanno disposto la sospensione condizionale della pena e la non menzione della condanna nel casellario giudiziario. Assolti, invece, tutti gli altri 6 imputati, tra cui il produttore cinematografico Frank Agrama e gli ex manager Mediaset Daniele Lorenzano, Giovanni Stabilini e Gabriella Ballabio. Nel mirino sono finite presunte irregolarità di Mediaset nell’acquisto dei diritti televisivi e cinematografici. Compravendita che, secondo l’accusa, sarebbe avvenuta tramite l’intermediazione di una serie di società schermo, tutte in realtà riconducibili allo stesso gruppo di Cologno Monzese. Ma tutta la vicenda potrebbe finire in prescrizione, visto che scatterà entro la fine dell’anno e, nel corso del dibattimento, è stata disposta la sospensione dei termini per 7 mesi.

IL COMMENTO – Duro il commento dell’avvocato Niccolò Ghedini, storico difensore di Silvio Berlusconi che in questo procedimento ha assistito il figlio Pier Silvio: “E’ una sentenza assolutamente incomprensibile, c’era stata un verdetto di assoluzione in primo grado e ci aspettavamo che venisse confermato anche in appello. Ma qui a Milano – ha aggiunto, polemizzando – ci si può aspettare di tutto”. Secondo il legale padovano, inoltre, è un verdetto “stupefacente perché la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo prevede espressamente, così come la Cassazione, che per aggiornare ‘in peius’ una sentenza occorre riaprire il dibattimento, cosa che avevamo chiesto e che non ci è stata concessa. Avevano chiesto l’acquisizione di nuovi, importanti documenti arrivati dall’Irlanda ma non ci è stata concessa”. E ancora: “E’ impensabile ritenere responsabili soltanto Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri e non tutti gli altri protagonisti di questa vicenda, compreso Agrama”. Praticamente scontato il ricorso in Cassazione di Pier Silvio Berlusconi e Confalonieri.