Mentre le imprese muoiono, Maroni pensa alla bandiera

di Alessandro Barcella

Un po’ come l’orchestrina del Titanic, che mentre il transatlantico affonda continua ad allietare un pubblico che affoga. Scene da Regione Lombardia, dove nelle scorse ore la Lega Nord è tornata a proporre un inossidabile cavallo di battaglia: una nuova bandiera “padana” per la Regione. Ci avevano già provato nel 2002 e nel 2011: della tenacia, quanto meno, va dato atto.
È il capogruppo del Carroccio Massimiliano Romeo il primo firmatario della proposta: “La bandiera bianca recante al centro la croce rossa, protagonista di grandi fatti storici e densa di alti valori morali non può che essere considerata a tutti gli effetti la bandiera della Lombardia: è infatti questa che tradizione vuole si trovasse sul pennone del Carroccio nella battaglia di Legnano nel XII secolo».
La Croce di San Giorgio dunque, accanto alla tradizionale rosa camuna, che svetta oggi nello stemma e nel gonfalone regionale. Un ritorno duro e puro alla tradizione, tanto cara alla base leghista. Ad appena 45 giorni dall’insediamento del nuovo consiglio, tuttavia, ci pare che le emergenze siano altre.

La “Padania” affonda
Sono i numeri a restituire a pieno la difficilissima situazione generale che la Lombardia, con il resto del Paese, sta vivendo. Gli indici sono tutti al negativo: produzione in calo in ognuno dei settori industriali, edilizia in primis (comparto dei minerali non metalliferi, ad esempio, al -21,1% e legno/ mobilio al -7,1%). L’artigianato è il settore più “terremotato”, con una media di 20 imprese che ogni giorno abbassano per sempre le saracinesche: la siderurgia segna un -13,2%, la carta-stampa e le attività manifatturiere varie registrano rispettivamente un -8,9% e -8,6%. L’abbigliamento? Non si salva neanche quello, con la produzione che scende di un 8,3%. Stefano Fugazza, presidente nazionale della confederazione artigiani Claai, spiega: “Laddove sono state adottate le aliquote IMU più alte, come a Milano, l’effetto combinato dei moltiplicatori per la rivalutazione delle rendite e dell’applicazione dell’Imu ad aliquota massima ha portato ad aumenti del 243% per i negozi e le botteghe, del 197% per i laboratori, e anche del 212% per i capannoni”.
Il comparto metalmeccanico? Più 3,7 milioni di ore di cassa integrazione in un anno. Altri dati drammatici riguardano i contratti di lavoro, sempre più da Paese sottosviluppato: rapporti a tempo determinato in flessione media del 15-16% e parasubordinati al -33,4%. E dramma porta dramma, con l’ormai difficile contabilità quotidiana dei suicidi: ieri mattina a Milano, in meno di un’ora, due persone si sono tolte la vita.

Nel segno del Carroccio
Il capogruppo della Lega Nord intanto che fa? Trova il tempo per la “battaglia” sulla bandiera. L’idea è quella di unire in un unico vessillo la rosa camuna (trasposizione grafica delle incisioni della Val Camonica risalenti all’età del bronzo) e la Croce di San Giorgio, emblema del Carroccio e della battaglia di Legnano del 1176, che liberò l’Italia Settentrionale dal giogo del Barbarossa. E lo stesso anniversario della battaglia di Legnano, il 29 maggio, potrebbe ora divenire ufficialmente “Festa della Lombardia”, la seconda delle proposte avanzate dai leghisti in Regione.
Alessandro Alfieri, capogruppo regionale del Pd, chiosa: “Il Carroccio farebbe bene a concentrarsi sui veri problemi che affliggono i lombardi, ovvero la cassaintegrazione pagata in ritardo a famiglie sempre più in difficoltà, la necessità di pensare a come creare nuovi posti di lavoro e rilanciare l’economia, la riforma dei ticket sanitari, i disagi dei pendolari, tanto per fare gli esempi più eclatanti e sotto gli occhi di tutti”.
Bandiera e festa, va detto, sono regolarmente previsti dallo Statuto regionale, su questo punto inapplicato. Quantomeno inopportuno ci sembra tuttavia il momento, in una fase in cui occorre concentrare le risorse e l’attenzione sulle vere emergenze lombarde. Della Lombardia che appartiene a tutti.