Meredith, i giudici ci ripensano

di Sergio Castelli

Si ribalta ancora il destino di Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Sono loro i colpevoli dell’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, ammazzata nella notte del 1 novembre 2007 a Perugia. Ad Amanda 28 anni e 6 mesi, mentre per Raffaele 25 anni con il ritiro del passaporto e dei documenti che equivalgono al divieto di espatrio. Una sentenza giunta dopo quasi 12 ore di camera di consiglio quella della corte d’assise d’appello di Firenze chiamata a decidere su quello che resterà negli annali come il delitto di Perugia. Un processo con continui colpi di scena. In primo grado Amanda e Raffaele erano stati condannati. Assolti poi in secondo grado, e infine la Corte di Cassazione che ha annullato l’appello facendo ripetere il processo a Firenze. Assolta in secondo grado la studentessa americana prese immediatamente la via di casa tornando a Seattle dove ha accolto anche la nuova sentenza di condanna per l’omicidio di Meredith. “La ragazza è rimasta impietrita quando le ho comunicato la nuova decisione della corte”, questo il commento dell’avvocato di Amanda Carlo Dalla Vedova che ha avvisato telefonicamente la ragazza americana.

Ricorso in Cassazione
Non finisce qui. Sul delitto di Perugia ci sarà ancora molto da scrivere. Perché il ricorso in Cassazione è stato già annunciato dagli avvocati difensori di Amanda e Raffaele. E nuovi colpi di scena non sono affatto da escludere dati i precedenti di questo processo. “C’è amarezza ma non ci abbattiamo”, ha commentato amaramente Giulia Bongiorno uno degli avvocati difensori di Sollecito, “si allungano soltanto i tempi per riuscire a dimostrare l’innocenza”. Luca Maori, sempre avvocato di Sollecito, commentando a caldo la sentenza di ieri sera, che conferma l’impianto di quella di colpevolezza di primo grado di qualche anno fa, ha detto: “Rimango sbigottito da questa sentenza. Non si può condannare una persona senza prove e senza indizi di colpevolezza”, ha affermato Maori ai microfoni di Sky Tg 24, “ci troviamo davanti a una condanna fatta in base a una perizia relativa al processo d’appello in cui i due ex fidanzati vennero assolti. Le sentenze si devono rispettare, non so come potranno motivare”. E se Amanda è rimasta annichilita, fanno sapere i legali di Sollecito che Raffaele è rimasto impietrito. Non era in aula il giovane ragazzo pugliese. E’ passato in mattinata ma la tensione era talmente alta che, probabilmente, non è riuscito a reggere le emozioni e ha quindi preferito non ascoltare la sentenza dei giudici in Tribunale.

I familiari di Mez
Impassibili alla lettura della sentenza i familiari della povera studentessa inglese ammazzata oltre sei anni fa a Perugia. Una stretta di mano ai loro legali e tanta compostezza. “Riteniamo che sia stata fatta giustizia per Meredith e la sua famiglia”, ha affermato uno degli avvocati della famiglia della ragazza anglosassone Francesco Maresca.

L’appello bis
Il procuratore generale aveva chiesto nelle scorse settimane 30 anni per Amanda (comprensivi dei 3 già definitivi per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba accusato in un primo momento ingiustamente dell’omicidio di Meredith) e 26 per Raffaele. Meredith fu ammazzata nella notte tra il 1 e il 2 novembre 2007 nella sua camera in via della Pergola a Perugia. Per concorso nell’omicidio è stato condannato anche l’ivoriano Rudy Guede che sta scontando la sua pena di condanna a 16 anni di reclusione nel carcere di Viterbo. Non finiranno invece in carcere né Amanda Knox né Raffaele Sollecito in attesa della Corte di Cassazione, ma tra le richieste del pg c’era anche il carcere preventivo. Si chiude così un nuovo atto del delitto Kercher: per la corte d’assise d’appello non si trattò di un gioco erotico finito male. Quella sera scoppiarono conflitti irrisolti, probabilmente per questioni legate alla pulizia della casa.