Migranti, l’Ue prova a svegliarsi. Ma sulle quote è battaglia. Via al piano per la redistribuzione dei profughi. L’Italia è terza dopo Germania e Francia

Sull’immigrazione la Commissione Ue prova a battere un colpo. Ieri a Bruxelles è stato approvato un piano con il quale si prova a coinvolgere altri Paesi nello sforzo di fronteggiare l’emergenza. Ma sul sistema delle cosiddette “quote” di ospitalità è scontro, con Gran Bretagna, Repubblica Ceca e Slovacchia che hanno manifestato senza troppi giri di parole la loro contrarietà allo schema. Fra le azioni concrete e immediate dell’agenda, annunciata ieri dall’Alto rappresentante dlla politica estera Ue, Federica Mogherini, c’è la proposta di distribuire i rifugiati fra gli stati membri, in situazioni di emergenza, secondo una chiave di ripartizione che terrà conto di quattro parametri: popolazione complessiva, pil, tasso di disoccupazione e rifugiati già accolti sul territorio nazionale.

LE CIFRE
Il nuovo meccanismo si baserà sull’attivazione, per la prima volta, del sistema di emergenza previsto all’articolo 78, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che mira ad aiutare gli stati membri interessati da un afflusso improvviso di migranti. Il piano prevede la redistribuzione di migranti tra gli Stati membri in base a quote prestabilite: in Italia arriveranno il 9,94% di 20 mila profughi (meno di 2.000) che attualmente risiedono in campi profughi all’estero e che hanno i requisiti per ottenere lo status di rifugiati (reinsediamenti), e l’11,84% dei richiedenti asilo già presenti in Europa o che entreranno direttamente in territorio europeo (ricollocamenti). L’Italia ha la terza quota più alta per i ricollocamenti, cioè per la redistribuzione dei migranti già presenti in Ue. La prima è la Germania (18,42%) seguita dalla Francia (14,17%). Per i reinsediamenti dei profughi presenti nei campi di Paesi terzi, l’Italia è invece al quarto posto dopo Germania 15,43%, 3.086; Francia 11,87%, 2375; e Gran Bretagna 11,54%, 2309. Tuttavia il Regno Unito (così come Danimarca e Irlanda) ha la possibilità di “opt out” e quindi di non partecipare. Ma è proprio la questione delle quote il nodo più difficile da sciogliere.

I MAL DI PANCIA
Per la Gran Bretagna, i migranti che attraversano il Mediterraneo per raggiungere l’Europa dovrebbero essere respinti, ha detto il ministro britannico dell’interno, Theresa May, in un editoriale pubblicato sul Times. “L’Ue dovrebbe lavorare per stabilire dei siti di accoglienza sicuri in Africa del Nord, con un programma attivo di ritorno” dei migranti, ha scritto il ministro britannico. “Non sono d’accordo con il parere” del capo della diplomazia europea Mogherini, secondo il quale “non un singolo rifugiato o migrante intercettato in mare sarà respinto contro la sua volontà”. Ferma opposizione all’introduzione delle quote obbligatorie continua ad essere espressa dalla Repubblica ceca e dalla Slovacchia. La posizione dei due governi è stata ribadita durante un vertice a cui hanno partecipato i premier Bohuslav Sobotka e Robert Fico. “Per principio respingo qualsiasi politica delle quote”, ha detto Fico secondo il quale dovrebbe prevalere il principio della volontarietà.