Milano, Salvini con il gioielliere. La Lega invoca la legittima difesa. Il caso del rapinatore ucciso nella villetta. Maroni offre il patrocinio gratuito della Regione

Il canovaccio ormai è noto. Il giorno dopo l’ennesimo fatto di cronaca, con un gioielliere del milanese che ha ucciso un rapinatore sorpreso in casa, la scena viene quasi integralmente occupata dalla Lega. Il Carroccio, che anche in altre circostanze ha cavalcato la legittima difesa schierandosi a favore di chi ha sparato, ieri è scesa in campo con il segretario, Matteo Salvini, e con il Governatore della Lombardia, Roberto Maroni. Ma è stato anche il giorno dei chiarimenti per la versione fornita da Rodolfo Corazzo, il commerciante di gioielli che ha ucciso uno dei tre rapinatori entrati nella sua casa di Lucino di Rodano (Milano). “Hanno sparato 6 colpi, io tre”, ha esordito l’imprenditore. “Gli avevo dato tutto”, ha proseguito, “ma loro insistevano minacciandomi. Hanno cercato anche di intimidire mia figlia che ha 11 anni, l’hanno portata al piano di sopra e le hanno detto: ‘Se tuo papà non ci dice dove sono i soldi gli taglieremo le dita’”.

IL CASO
In tutto la famiglia è stata tenuta ostaggio un’ora e mezza. “Hanno sparato sei colpi con una pistola che io avevo nel caveau”, ha raccontato ancora Corazzo, che poi ha concluso: “Ho sparato solo tre colpi, i primi due sono andati a vuoto, con il terzo ho colpito uno di loro, ma senza prendere la mira”. La conclusione dell’imprenditore è che “grazie a Dio avevo un’arma addosso, se non fossi stato armato ci avrebbero uccisi, ne sono certo”. Insomma, il gioielliere, assistito dall’avvocato, punta naturalmente a far valere la legittima difesa. Che poi è anche l’ipotesi su cui al momento ragiona la procura. Il curriculum della vittima, Valentin Frokkaj, albanese 37enne già ricercato dalla polizia, è di tutto rispetto: era evaso il 7 maggio 2014 dal carcere Pagliarelli di Palermo dove stava scontando una condanna all’ergastolo per l’omicidio di un connazionale commesso il 23 luglio 2007 a Brescia e la sua fuga causò una gigantesca caccia all’uomo. Peraltro era già evaso il 2 febbraio 2013 dal carcere di Parma (insieme con un altro detenuto albanese) ma era stato catturato il 14 agosto dell’anno successivo dai carabinieri di Cassano d’Adda (Milano).

LA POLEMICA
Senza troppi giri di parole, nel commentare l’accaduto, Salvini ha detto che la vittima “se l’è cercata”. Su Facebook il leader del Carroccio ha aggiunto: “Un commerciante, aggredito da tre rapinatori al suo rientro a casa, ha sparato e ucciso uno dei ladri, e messo in fuga gli altri due. Si è difeso, ha fatto bene! Spiace per il ladro morto, ma se l’è andata a cercare”. Identico il commento del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, che ha aggiunto al concetto: “Se la procura dovesse cambiare l’accusa da legittima difesa a eccesso colposo in legittima difesa, ricordo che abbiamo una norma per il patrocinio legale gratuito”.