Monti non fa sconti. Pure l’ex premier a favore del No al referendum

Da oggi il fronte del No può annoverare tra le proprie fila un pezzo da novanta come Mario Monti.

Da oggi il fronte del No può annoverare tra le proprie fila un pezzo da novanta come Mario Monti. In un’intervista al Corriere della Sera, infatti, l’ex presidente del Consiglio ha sciolto la riserva dichiarando la propria contrarietà alla riforma costituzionale. “Se vincesse il No non sparirebbero gli investitori esteri. Se vincesse il Sì non sparirebbe ogni democrazia. E la Ue, che peraltro non ha mai chiesto questa modifica della Costituzione, può stare tranquilla. L’Italia non rischia, come cinque anni fa, di cadere e di travolgere l’euro”, ha affermato Monti, che si è anche detto contrario alle elargizioni elettorali.

“Non vedo ragioni per cui Matteo Renzi dovrebbe lasciare in caso di una vittoria del No, come caldeggiano molti sostenitori del No e come aveva affermato all’inizio lo stesso premier”, ha aggiunto l’ex premier: “Se tuttavia dovesse lasciare, non vedo particolari sconvolgimenti. Toccherà al capo dello Stato decidere, ma sarebbe facilmente immaginabile una sostanziale continuazione dell’assetto di governo attuale con un altro premier parte della maggioranza”. Eppure, ad agosto 2014, Monti votò la riforma in prima lettura. “Mi hanno sempre convinto la modifica del rapporto fra Stato e Regioni, l’abolizione del Cnel e la fine del bicameralismo perfetto”, ha detto il senatore a vita. “Non mi convince un Senato così ambiguamente snaturato, nella composizione e nelle funzioni. Meglio sarebbe stato abolirlo”.

Secca la replica di Enrico Zanetti. “Le motivazioni che Monti porta a sostegno del suo No alla riforma – ha affermato il viceministro dell’Economia e segretario politico di Scelta Civica – sono semplicemente sconcertanti”.