Idee liberali per l’Italia. Ambiente e diritti le priorità. La svolta del segretario dei Liberali, Morandi: Basta parlare di premier, qui mancano i programmi

L'intervista al segretario del Pli Giancarlo Morandi: Qui i temi liberali quasi non si sentono, c’è una forte attenzione solo sui candidati premier

Il dieci per cento appena preso dai liberali in Germania qui in Italia è lontanissimo. “Il motivo è che qui i temi liberali quasi non si sentono, non se ne parla, c’è una forte attenzione sui candidati premier ma dei loro programmi su tasse, giustizia, ambiente e diritti civili non sa niente nessuno”, spiega Giancarlo Morandi, segretario dello storico Partito liberale italiano. “Per questo – dice a La Notizia – ben vengano iniziative come quella dell’ex candidato sindaco liberale di Milano Adriano Teso, che ha proposto dieci priorità liberali per il Governo del Paese”.

Domanda: Teso chiede impegni radicali su Giustizia, semplificazione legislativa e tasse…
Risposta: “Sono i nostri cavalli di battaglia. Sul Fisco, in particolare, stiamo discutendo molto, soprattutto in Lombardia, dell’opportunità di passare alla Flat Tax, la tassa piatta, più bassa, più semplice e con aliquota uguale per tutti. Ma c’è un altro tema che per noi è centrale: l’ambiente”.

D. Vabbè che i liberali non hanno percentuali elettorali bulgare, ma andate a prendere in casa dei Verdi, che in Italia sono pressoché spariti?
R. “Niente affatto: cerchiamo in casa nostra. Pochi ricordano che in Italia il primo ministro dell’Ambiente è stato un liberale, Zanone. E qui abbiamo perso troppo terreno rispetto al resto dell’Europa. Ma è possibile che il Portogallo abbia un parco di auto elettriche dieci volte maggiore del nostro Paese? Un risultato al quale sono arrivati perché la politica ha fatto scelte che da noi sono rimaste solo accennate”.

D. Che altro è irrinunciabile per i nuovi liberali?
R. “Un impegno del prossimo governo sui diritti civili. Anche su questo campo siamo rimasti indietro, rallentati da trincee ideologiche. Dopo una lunga stasi, questa legislatura ha fatto qualche passo avanti, ma non basta. E se saremo presenti nel prossimo Parlamento, in qualunque forma questo dovesse accadere, sui diritti saremo perennemente un pungolo”.

D. Sarà piccolo, ma in diverse tornate amministrative il Partito Liberale ha preso percentuali interessanti: quasi l’uno per cento a Roma con la Meloni al primo turno per il Campidoglio, o è risultato vincente sostenendo Di Stefano a Sesto San Giovanni. Adesso con chi parlate?
R. “Dai Cinque Stelle per ora non abbiamo sentito grandi proposte. Con la Sinistra le idee liberali sul mercato, il lavoro, la giustizia, restano distanti. Resta il Centrodestra, con il quale però per il momento non si capisce chi è l’interlocutore. E questo non è secondario, perchè sui temi liberali non tutti i leader hanno la stessa sensibilità”.

D. Intanto il Germania i liberali sono al dieci per cento e qui no…
R. “I liberali tedeschi hanno una storia molto diversa dalla nostra, forse perché in quel Paese c’è un riconoscimento di diritti e doveri che qui non abbiamo. Le nostre idee però sono riconoscibili e per quanto antiche mai tanto attuali per questa Italia”.