Morta a Roma Marina Ripa di Meana. La stilista e scrittrice lottava da 16 anni contro un tumore. L’ultimo messaggio: “Ho pensato al suicidio assistito in Svizzera”

Ha lottato 16 anni contro un cancro, che alla fine però ha avuto la meglio. Marina Ripa di Meana è morta oggi a 76 anni nella sua casa di Roma.

Vero nome Maria Elide Punturieri, nata a Reggio Calabria il 21 ottobre del 1941, personaggio eccentrico della cultura e dello spettacolo, sposata prima con Alessandro Lante della Rovere e poi con Carlo Ripa di Meana, ha scritto una decina di libri, partecipando a svariate campagne a sfondo animalista contro l’uso delle pelli e delle pellicce. Di recente era attivista per la diagnosi precoce dei tumori. Ai suoi amici, rivela Dagospia, aveva detto: “Sarà il mio ultimo Natale”.

“Con la chemio oggi sempre di più si può guarire – aveva detto in un’intervista parlando della sua malattia -. Ma anche chi non guarisce come me, può sperare che la malattia si cronicizzi e la vita duri decenni. Non voglio dire che sia una passeggiata. Sarebbe sciocco. È una terapia molto dura. Penso ai miei capelli, ne avevo una testata bellissima e me ne sarà rimasto un terzo. Ma oggi si riesce a fare una vita quasi normale”.

Per suo volere, spiegano fonti della famiglia, non sono previste cerimonie funebri.

In molti, su Twitter, hanno voluto dedicargli un pensiero. “Marina era una donna intelligente e forte. La malattia lo è stata più lei. Vicino a Carlo in questo frangente. RIP”, scrive Bobo Craxi, figlio di Bettino, che fu testimone di nozze di Carlo Ripa di Meana. “Ciao Marina, sei stata un grande esempio di anticonformismo e di lotta contro il finto perbenismo e contro quell’ipocrisia imperante – è invece il pensiero di Stefania Orlando -. Bella, simpatica, intelligente e soprattutto vera, ci mancherai”. E Cristina Parodi: “Hai combattuto per 16 anni e sei rimasta bellissima fino all’ultimo. Ciao leonessa”.

“Dopo Natale le mie condizioni di salute sono precipitate. Il respiro, la parola, il mangiare, alzarmi: tutto, ormai, mi è difficile, mi procura dolore insopportabile: il tumore ormai si è impossessato del mio corpo. Ho chiamato Maria Antonietta Farina Coscioni, persona di cui mi fido e stimo per la sua storia personale, per comunicarle che il momento della fine è davvero giunto. Le ho chiesto di parlarle, lei è venuta. Le ho manifestato l’idea del suicidio assistito in Svizzera. Lei mi ha detto che potevo percorrere la via italiana delle cure palliative con la sedazione profonda”. Con queste parole Marina Ripa di Meana ha voluto lasciare un messaggio prima della sua scomparsa. Il videomessaggio è stato registrato pochi giorni prima della sua morte da Radio Radicale.

“Io che ho viaggiato con la mente e con il corpo per tutta la mia vita, non sapevo, non conoscevo questa via – ha aggiunto -. Ora so che non devo andare in Svizzera. Vorrei dirlo a quanti pensano che per liberarsi per sempre dal male si sia costretti ad andare in Svizzera, come io credevo di dover fare. È con Maria Antonietta Farina Coscioni che voglio lanciare questo messaggio, questo mio ultimo tratto: per dire che anche a casa propria, o in un ospedale, con un tumore, una persona deve sapere che può scegliere di tornare alla terra senza ulteriori e inutili sofferenze. Fallo sapere, Fatelo sapere”.