Moscovici fa l’equilibrista. Sulle lettera Ue all’Italia chiede di non drammatizzare, ma nemmeno minimizzare

Un gioco da equilibrista. Il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici, ha usato solo in parte toni concilianti sul rapporto con l'Italia.

Un gioco da equilibrista. Il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici, ha usato solo in parte toni concilianti sul rapporto con l’Italia. Soprattutto in riferimento alla lettera dell’Ue inviata a Roma per chiedere ragguagli sulla Legge di Bilancio e sullo scostamento del rapporto deficit/Pil rispetto a quanto concordato. “Non è il caso di drammatizzare: non bisogna né minimizzare, né esagerare. Le lettere vanno prese per quello che sono: la Commissione fa il suo lavoro”, ha spiegato Moscovici. Addirittura l’azione dei vertici europei è stata valutata come un atto di trasparenza: “Abbiamo pubblicato perché non possiamo chiedere agli altri trasparenza e poi non praticarla noi stessi”.

Insomma, stando al ragionamento del commissario il confronto infatti “nel normale dialogo” tra governi nazionali e Bruxelles. Sarà. Ma dopo l’esercizio di equilibrismo è partito un altro fendente verso Matteo Renzi, con tanto di richiesta di modifica alla manovra: “Riteniamo che ci sia uno scarto tra l’aggiustamento strutturale raccomandato dal Consiglio e le cifre di cui disponiamo in questo momento”. In ogni “Vedrò il ministro Pier Carlo Padoan venerdì a Bratislava per una conferenza e a margine ho previsto con lui un incontro bilaterale”, ha concluso Moscovici, lasciando intendere quando può essere risolta la questione. Su cui, però, Bruxelles sembra voler un cedimento, anche parziale, del Governo italiano.