I tiggì boicottano i Cinque Stelle. Poco spazio nei notiziari per il Movimento di Grillo. Mentana è generoso. Ma a Sky Tg24 cambia il vento

I tiggì boicottano i Cinque Stelle. Poco spazio nei notiziari per il Movimento di Grillo. Mentana è generoso. Ma a Sky Tg24 cambia il vento

di Marco Castoro

Più crescono nei sondaggi più scende lo spazio all’interno di tutti i telegiornali. È il destino crudele dei Cinque Stelle. Dati alla mano il movimento di Beppe Grillo ha ragione a sentirsi emarginato dai tiggì nazionali. Complessivamente nel mese di settembre il totale dell’informazione tv ha raggiunto appena il 7-8%, poco più del Ncd, un terzo di Forza Italia, la metà della Lega e un quinto dello spazio concesso al Pd. E pensare che per due ospitate a Ballarò di Di Maio e Di Battista è stata convocata un’audizione in Vigilanza. In Rai il totale dello spazio concesso dai quattro tiggì raggiunge il 9% dello spazio a disposizione, contro il 40% del Pd, il 16% di Forza Italia, il 13% della Lega e l’8% del Ncd. A Mediaset va ancora peggio per Di Maio e colleghi. Siamo tra il 6 e il 7% dello spazio destinato ai partiti. Il Pd è al 40% e Forza Italia al 31%. Gli azzurri nel tempo di parola (quindi in voce) raggiungono una percentuale bulgara: 45%! Ai Cinque Stelle va leggermente meglio nel telegiornale di Enrico Mentana a La7. Clamoroso al Cibali: si raggiunge perfino l’11% nel tempo di parola (ma si scende al 9% nel tempo di antenna). Più o meno lo spazio concesso a Forza Italia, ma solo un quinto di quanto viene dato al Pd. Il secondo partito per Mentana è di gran lunga la Lega di Salvini (oltre il 20%). Percentuali minime anche a SkyTg24 (tra il 5 e l’8%) con Pd quasi al 50% e Lega e Forza Italia al 15%. A ottobre però i dati del tiggì saranno più espansivi con i Cinque Stelle, soprattutto grazie allo spazio concesso a Di Battista durante la crisi del Campidoglio e le dimissioni di Marino. Che ci sia un cambio di linea editoriale?

VESPA ALLA GOGNA – Il Coordinamento dei Comitati di redazione della Poligrafici Editoriale chiede le dimissioni immediate del direttore editoriale Bruno Vespa perché durante Porta a Porta, dedicata alla malattia del Papa, notizia riportata dai quotidiani della Poligrafici, ha tenuto a specificare che è solo il direttore editoriale e non ha nulla a che vedere con le notizie pubblicate. E che cosa ha detto di sbagliato Vespa? Un direttore editoriale mica è il direttore responsabile. Il conduttore ha dato ad Andrea Cangini quel che è di Cangini. Forse sarebbe stato meglio non dire nulla. Ora però i cdr di Qn, Nazione, Resto del Carlino, Giorno e Quotidiano.net. chiedono la sua testa.

TALK TALK – Il talk è in crisi. Ce lo ha ricordato pure il presidente Rai Maggioni. Tuttavia non è il talk inteso come talk che è in crisi. Ma a crollare negli ascolti e nelle idee sono i politici in prima serata. Perché Porta a Porta in seconda serata non va male. E se poi diamo un talk a Costanzo che mette vicino di sedia un idraulico, una ballerina e un sindaco il programma piace. Come piace Che tempo che fa di Fabio Fazio. Le sue interviste – seppure molto piatte e tappetino, tipo quella a Renzi – comunque vengono viste. E lo share va sempre in doppia cifra. Domenica avrà ospite Francis Ford Coppola. In passato ha avuto Matt Dillon, Sydney Pollack, Spike Lee, Mickey Rourke, Oliver Stone, Roman Polanski e tanti altri. Meglio loro che Camusso e Bersani. O no?