Natale di sangue e terrore. Berlino nella morsa del terrorismo: il killer è ancora in libertà. Poche speranze per Fabrizia Di Lorenzo

Tra i 12 morti della strage a Berlino ci sarebbe pure Fabrizia Di Lorenzo. E intanto, mentre l'Isis rivendica, il killer armato è ancora in libertà

La notizia è cominciata a circolare a metà giornata: tra i 12 morti della strage al mercato di Natale di Berlino (ma il bilancio potrebbe salire, considerando i 14 feriti gravi dei 48 complessivi), ci sarebbe anche un’italiana. Come spesso accade in questi casi, sono i social a far circolare la notizia che da incubo diventa sempre più reale. Finché è la stessa Farnesina a confermare: una ragazza di Sulmona, Fabrizia Di Lorenzo, è dispersa. Da due giorni, esattamente da quando il camion ha investito, inferocito, la folla a Breitscheidplatz, il luogo della strage, di lei non si hanno più notizie. E quando si viene a sapere che esattamente lì, in quella strada di morte e disperazione, è stato ritrovato il cellulare di Fabrizia, sono gli stessi familiari a vacillare. E a cominciare a perdere le speranze. Il padre, in viaggio ieri sera col cuore in gola, ha subito detto: “non mi illudo. Da quanto mi dice mio figlio da Berlino, non dovrebbero esserci più dubbi”. Si aspetta ora solo il risultato del Dna.

Il viaggio dall’Italia – Intanto le indagini vanno avanti. E anche a tal proposito i legami tra Germania e Italia sono inquietanti. Secondo quanto appurato ieri, infatti, il tir con targa polacca che è stato lanciato nella folle corsa sul mercatino di Natale a Berlino, è certamente transitato per l’Italia, il 16 dicembre scorso, è si è fermato alla “Omm lavapavimenti” di Cinisello Balsamo, nel Milanese, per caricare macchinari per la pulizia di pavimenti. Sono i primi dettagli che emergono dall’inchiestaaperta dal capo dell’ antiterrorismo milanese Alberto Nobili con lo scopo di delegare la Digos per compiere accertamenti. Secondo la ricostruzione il camion si sarebbe fermato alla Omm già semipieno per poi caricare alcune macchine per lavare i pavimenti. Verso sera, poi, è stato individuato a Bressanone, in provincia di Bolzano. Non solo. La ThyssenKrupp ha confermato che l’autista polacco del Tir usato per l’attacco era arrivato già lunedì mattina al deposito della compagnia a Berlino, nel tentativo di consegnare in anticipo il suo carico di acciaio. Ma la compagnia aveva detto che poteva scaricare solo nel giorno fissato per la consegna, cioè ieri, martedì mattina. E anche qui il giallo è fitto: il cugino dell’autista del Tir, che è stato trovato ucciso all’interno del veicolo, ha detto infatti che l’uomo aveva parcheggiato in un quartiere vicino, da lui definito “strano” al telefono. Per poi essere ritrovato direttamente senza vita nel camion crivellato di colpi.

Arresto errato – La polizia tedesca, però, al momento brancola nel buio. Nelle ore concitate era statoo subito fermato, dopo un blitz in campo profughi, un richiedente asilo pachistano di 23 anni, Naved B., che tuttavia ha da subito negato qualsiasi coinvolgimento nell’attacco. Tanto che poi la stessa polizia ha riconosciuto l’errore e ha liberato Naved. Il vero attentatore, insomma, è ancora armato e a piede libero. L’unica certezza, per ora, è che il tir killer si è scagliato deliberatamente sulla folla: “È un attentato, ormai non c’è più dubbio”, ha detto sin dalla mattina il ministro dell’Interno tedesco, Thomas De Maiziere. E in serata è arrivata la conferma con l’Isis che ha rivendicato l’attentato tramite l’agenzia al-Amaq. L’attentatore è stato definito, infatti, “un soldato dello Stato Islamico”, che ha colpito le forze ostili al Califfato.