‘Ndrangheta, 50 arresti a Reggio Calabria. I rampolli beccati sui social: si chiamavano “Cumps” e postavano foto e video

'Ndrangheta, 50 arresti a Reggio Calabria. I rampolli beccati sui social: si chiamavano "Cumps" e postavano foto e video

“Cumps” era il termine con il quale gli affiliati alle cosche di ‘ndrangheta sgominate con l’operazione condotta stamattina da polizia e carabinieri nella fascia jonica reggina si chiamavano tra di loro nei dialoghi sui social network individuati dagli investigatori. Da qui il nome dell’operazione scattata all’alba,  “Cumps-Banco Nuovo” che ha acceso un faro sulle nuove leve della cosca Morabito-Palamara di Africo. La squadra mobile della polizia di stato e i carabinieri hanno eseguito 50 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Sono 32 le persone finite in carcere, 7 ai domiciliari mentre per altri 11 indagati è stato disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza.

“Cumps – spiega Francesco Rattà, dirigente della Squadra mobile di Reggio Calabria – è l’abbreviazione di ‘compare’, di ‘sodale’, e segna il modo nuovo e più moderno per gli affiliati di intendere i loro rapporti nell’ambito dell’organizzazione criminale”. La ‘ndrangheta, in sostanza, evolve, ma al contempo, fa rilevare ancora Rattà, si affinano le modalità d’indagine degli investigatori reggini, che trovano nuovo alimento e nuovi spazi operativi nell’esplorazione mirata di quei social network di cui le cosche fanno ampio uso.

Dalle indagini è emerso che i rampolli degli “africoti” avevano fatto addirittura irruzione durante una riunione di giunta del Comune di Brancaleone (Reggio Calabria) per imporre al sindaco, al vicesindaco e agli altri assessori le ditte che, nel piccolo paesino della Jonica, dovevano accaparrarsi tutti gli appalti. A partire dai lavori per la realizzazione della rete idrica e della rete fognaria che, se non venivano assegnati alle imprese “amiche”, non si sarebbero eseguiti in quanto tutte le altre ditte avrebbero rifiutato.

La Dda di Reggio, come detto, ha disposto l’esecuzione di 50 misure cautelari, fra arresti e obblighi di dimora, per presunti condizionamenti da parte della ‘Ndrangheta negli appalti banditi dal comune di Brancaleone, nel Reggino. Nell’inchiesta, hanno spiegato gli investigatori, vengono svelati i nuovi assetti organizzativi e i ruoli rivestiti dai presunti affiliati, rimodellati all’indomani della “pace” raggiunta dalle cosche dopo la sanguinosa faida di Africo-Motticella.