Nel 2018 il Mediterraneo ha inghiottito oltre 1700 migranti. L’Unhcr: calano gli arrivi ma il tasso di mortalità è aumentato drasticamente

Uno dei fattori è la riduzione della capacità di ricerca e soccorso al largo delle coste libiche

Nel 2018 risultano morte e disperse nel Mediterraneo almeno 1.720 persone. Lo rivela l’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, nella quinta ricorrenza della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza. Una data simbolica per commemorare le vittime del naufragio del 2013 al largo delle coste di Lampedusa, che costò la vita a 368 persone, e per ricordare tutti i rifugiati e migranti che continuano a morire nel tentativo di trovare salvezza e protezione.

Il recente rapporto dell’Unhcr “Viaggi Disperati” ha evidenziato come a fronte di un calo nel numero totale di persone che arrivano in Europa via mare, il tasso di mortalità è aumentato drasticamente, passando da una persona morta o dispersa ogni 42 arrivate tra gennaio e luglio dell’2017 attraverso la rotta del Mediterraneo centrale a una su 18 nello stesso periodo di quest’anno. Lo stesso rapporto rileva come un fattore determinante nell’aumento del tasso di mortalità è costituito dalla riduzione della capacità di ricerca e soccorso al largo delle coste libiche.

“A cinque anni dal naufragio di Lampedusa – ha dichiarato Felipe Camargo, rappresentante regionale dell’Unhcr per il Sud Europa – bisogna constatare con rammarico che non commemoriamo soltanto una tragedia del passato, bensì una dolorosa realtà, poiché donne, bambini e uomini continuano a perdere la vita in mare nel tentativo di trovare rifugio in Europa. Ci auguriamo che questa giornata nazionale possa essere uno stimolo per ritrovare il senso di umanità e di solidarietà necessario per affrontare un fenomeno – ha concluso – che riguarda tutti noi, garantendo il diritto alla protezione di chi ne ha bisogno”.