Nel Pdl invocano l’unità ma preparano la scissione. Fitto non arretra: Silvio deve avere pieni poteri nella nuova Forza Italia

di Alessandro Ciancio

Scissione nel Pdl in vista? «Finora ne hanno parlato solo i giornali e io non ho mai pronunciato questa parola» ha provato ad assicurare ieri Angelino Alfano, intervistato da Radio Anch’io. «Lavorerò per l’unità intorno a Berlusconi e questo è l’intendimento di tantissimi di noi» garantisce il segretario del Pdl. Non si sa però se per “noi” intenda soprattutto i 24 senatori che l’altro giorno hanno sottoscritto un duro comunicato in cui difendevano a spada tratta l’esecutivo delle larghe intese e definivano «non più tollerabili» gli attacchi dal Pdl alla legge di stabilità e all’operato dei ministri. In attesa che il vaso di Pandora del centrodestra si rovesci definitivamente con tutto il suo contenuto, il partito resta scosso da polemiche incrociate, rotture di rapporti personali e diffidenze reciproche. I ‘lealisti’ del Pdl restano sul piede di guerra. In attesa di una parola definitiva di Silvio Berlusconi sul passaggio formale alla nuova Forza Italia, Raffaele Fitto non arretra e rilancia la necessità di azzerare tutti gli incarichi di partito e restituire ogni delega nelle mani dell’ex premier. Tradotto: gli ‘alfaniani’ si mettano l’animo in pace, il Cavaliere dovrà avere ‘pieni poteri’ nella gestione della rinata Fi. In pratica gli assetti organizzativi e la ‘cabina di comandò saranno decisi solo dall’ex premier. Altrimenti, si va alla conta con un congresso e o l’indizione delle primarie. Alcuni spingono addirittura per una fuoriuscita dal Pdl dell’ex ministro degli Affari regionali ma Fitto non demorde e ai suoi assicura: non ci penso proprio a lasciare, come sempre le mie battaglie le faccio dentro il partito, credo nel cambiamento e questo cambiamento può passare solo attraverso l’azzeramento degli incarichi e rimettendo il partito nelle mani del suo leader Berlusconi. I ‘lealisti’, assicurano, vogliono l’unità del partito. Nessuno pensa a una scissione, ma la leadership del Cav non va messa in discussione: spetta a lui, solo a lui, prendere le decisioni. Per tutta la giornata Fitto ha percorso su e giù il Transatlantico per tessere la sua trama e ‘contare’ i fedelissimi. Sa che i tempi sono stretti e si sta giocando una partita decisiva per il suo futuro politico e un ruolo nel partito che verrà. E nella confusione di queste ore inizia a circolare con insistenza l’ipotesi di un ufficio di presidenza del Pdl. Si annuncia un dibattito al calor bianco ma ancora non c’è traccia di una sua convocazione.