Non c’è solo l’inchiesta, Muraro da cacciare per mille altre ragioni. Inopportuna la delega all’Ambiente. Evidentissimi i conflitti d’interesse

Ogni giorno ha la sua pena. Anche se in Campidoglio, dagli inizi di settembre, la pena è sempre la stessa: la Muraro story. A prescindere dalle indagini, che vanno avanti e dietro il cui alibi si trincera l’intera giunta (“Aspettiamo di leggere le carte per capire”), continua a porsi con forza la questione dell’opportunità politica per l’amministrazione grillina di avere in squadra Paola Muraro. E non solo per la delega all’Ambiente, vista la sua ultra decennale attività di consulenza in Ama, ma anche, più in generale, per la rete di relazioni che intrattiene.

AMICIZIE – Una rete che non si esaurisce nel rapporto con l’ex presidente di Ama, Franco Panzironi e l’ex dg Giovanni Fiscon (imputati nel processo Mafia Capitale), ma che arriva fino alla famiglia nera dei Di Pisa, come ha documentato ieri La Repubblica. Nel suo staff, infatti, lavora Maria Paola Di Pisa, che nel 2010 aveva lavorato con il sindaco Gianni Alemanno. Non solo, ma mentre sua sorella Serena, anche lei attivista di destra (il cui ex compagno era l’ex Nar oggi all’ergastolo Pasquale Belsito), lavora nella segreteria del senatore Ncd, Andrea Augello, la nipote Elena (figlia di Serena) fu assunta in Ama dal duo Panzironi-Fiscon per poi occuparsi nello specifico degli impianti di trattamento meccanico biologico di Salario e Rocca Cencia. A stretto contatto proprio con Paola Muraro. Fu la super consulente Ama, tra l’altro, quando Elena venne licenziata, a tentare di farla riassumere nella municipalizzata, proponendo per lei un contratto di collaborazione.

RICCARDO MAGI SEGRETARIO RADICALI
RICCARDO MAGI SEGRETARIO RADICALI

LO SCUDO – Tanti piccoli tasselli di un puzzle che, però, la sindaca Raggi, la giunta e i consiglieri non vogliono cogliere. “Non è mai mancata la fiducia nella giunta, sull’assessore Muraro ci siamo già pronunciati e vale quello che abbiamo detto all’inizio”: ha liquidato così ieri la vicenda Paolo Ferrara, capogruppo M5s in Campidoglio. Su una linea attendista si colloca anche l’assessore allo Sviluppo economico, Adriano Meloni: “Per ora andiamo avanti”, salvo poi aggiungere che di fronte a una condanna dell’assessore Muraro “ne prenderemo atto e decideremo di conseguenza”. La vicenda, però, non può limitarsi solo agli sviluppo giudiziari. Come ha raccontato a La Notizia, Riccardo Magi, segretario dei Radicali italiani, infatti, “bisogna interrogarsi sull’opportunità politico-amministrativa di lasciare in mano alla Muraro la delega all’Ambiente”. Magi, tra l’altro, è stato tra i primi, già a luglio scorso, quando l’ex consulente Ama si è insediata in Campidoglio, a sollevare la questione. Prima ancora, insomma, che si sapesse delle indagini sul suo conto. “Se si voleva dare un segnale di discontinuità sulla gestione dei rifiuti a Roma – ha spiegato Magi – di certo non bisognava affidare l’assessorato all’Ambiente a una consulente esterna di Ama, il cui lavoro tra l’altro era proprio dedicato a un aspetto delicato come il controllo degli impianti”.

SEGNALI DI TRASPARENZA – Una cosa è certa, l’Anagrafe pubblica online sui rifiuti, che è stata istituita l’11 febbraio del 2014, grazie a una delibera a prima firma dello stesso Magi (allora consigliere comunale) non è aggiornata. Sul sito di Roma Capitale, infatti, gli ultimi dati sulla tipologia e la quantità di rifiuti prodotti in tutti gli impianti romani è ferma al secondo semestre 2014. Neppure, quindi, l’amministrazione pentastellata, che ha sempre fatto della trasparenza una bandiera, l’ha ancora rimessa in moto. “Di sicuro, se la Muraro aggiornasse questo importante strumento sul ciclo dei rifiuti – ha concluso il segretario dei Radicali italiani – darebbe un bel segnale, cancellando più di un’ombra su di lei”.