Non solo il caso Savona. Dal Governo alle commissioni: l’altra partita tra Lega e M5S. Ma Copasir e Vigilanza Rai fanno gola a Berlusconi

Non solo il caso Savona. Dal Governo alle commissioni: l'altra partita tra Lega e M5S. Ma Copasir e Vigilanza Rai fanno gola a Berlusconi

Una volta chiusa la partita del Governo, dalla settimana prossima se ne aprirà una seconda tutta interna alle Aule parlamentari che promette di rivelarsi altrettanto avvincente. È quella delle presidenze delle commissioni permanenti, 14 sia alla Camera sia al Senato, e di garanzia, a cominciare da Copasir e Vigilanza Rai. Un test che servirà a capire, per esempio, se quella tra Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni è una rottura vera o meramente strategica. Perché, da prassi, la guida dei due organismi di controllo sui servizi segreti e sul servizio pubblico radiotelevisivo, da sempre ambitissima, è appannaggio dei partiti d’opposizione. Proprio dove hanno deciso di collocarsi Forza Italia e Fratelli d’Italia dopo la saldatura dell’asse Lega-M5s.

Ieri, non a caso, dentro al Pd si respirava una certa agitazione a riguardo. Il timore dei dem è che alla fine non vengano lasciate loro nemmeno le briciole. Un po’ come accaduto a fine marzo durante la composizione dell’Ufficio di Presidenza di Montecitorio e del Consiglio di Presidenza di Palazzo Madama, dove il Pd ha ottenuto solo due vicepresidenti (rispettivamente Ettore Rosato e Anna Rossomando) e zero questori e segretari. “In questo momento – ragionava ieri un parlamentare di dichiarata fede renziana parlando con La Notizia – FI deve essere cerchiobottista, anche perché è noto il fatto che Berlusconi punti a mettere le mani sulla Vigilanza Rai”, dove il nome più accreditato per il dopo-Fico è quello di Maurizio Gasparri. Ma non solo. Siccome i presidenti delle commissioni permanenti vengono eletti a maggioranza, non è cioè scontato che la guida vada a un esponente di uno dei due partiti di Governo, l’ulteriore paura che serpeggia al Nazareno è che qualcuna di queste possa addirittura finire a FI o FdI. Con la complicità della Lega, of course. “Per esempio”, spiegava ancora la nostra fonte, “uno come Elio Vito potrebbe tornare a capo della commissione Difesa di Montecitorio…”. Scenario difficilmente realizzare, viste le note posizioni oltranziste dei grillini nei confronti dei berlusconiani. Ma mai dire mai.

Stando ai rumors di Transatlantico, per ora sulle presidenze dei organismi parlamentari non c’è ancora nulla di deciso. Qualche nome circola, è chiaro, ma bisognerà vedere anche chi in definitiva comporrà la squadra di Giuseppe Conte (non solo i ministri, ma anche i loro vice e i sottosegretari). Tanto per dirne una: il passo indietro di Vincenzo Spadafora, fedelissimo di Luigi Di Maio, annunciato ieri a sorpresa dopo che sembrava pronto per lui un incarico in un dicastero di peso o quello di sottosegretario alla presidenza del Consiglio, lo rimette in gioco per la guida di una delle commissioni permanenti di Montecitorio. Secondo indiscrezioni, potrebbe essere la Affari costituzionali della Camera. Ruolo prestigioso, così come quello di presidente delle altre commissioni che contano: dalla Lavoro alla Bilancio fino alla Giustizia. Senza dimenticare la Difesa.