Otto milioni ai giornali all’estero

di Carmine Gazzanni

Chissà quanti italiani all’estero avranno almeno una volta avuto tra le mani giornali come “Lucchesi nel mondo” o “Il santo dei miracoli”. Chissà quanti italo-canadesi saranno abbonati a “L’Ora di Ottawa”, quanti rumeni a “Sette giorni” o quanti in Kenya a “Out of Italy”. Sarebbe davvero molto interessante saperlo dato che si tratta di periodici che, nonostante siano diffusi all’estero e nella maggior parte dei casi anche editi fuori dal nostro Paese, in Italia non si fanno mancare importanti contributi pubblici: secondo l’atto del governo in discussione in questi giorni “per la concessione dei contributi a favore dei periodici pubblicati all’estero” per il 2013, stiamo parlando di un monte complessivo di ben 2 milioni di euro per mantenere in vita una miriade di testate. Con un occhio, ovviamente, di riguardo per quelli che “esprimono specifiche appartenenze politiche”. Non è peraltro questo l’unico finanziamento diretto ai giornali all’estero: accanto ai periodici, infatti, lo Stato garantisce un ricco foraggiamento anche ai quotidiani. Per un complessivo di quasi 8 milioni di euro. Nonostante la crisi e la ripresa che stenta a decollare, dunque, il governo, nel suo primo atto dopo la staffetta Letta-Renzi, ha pensato bene di riconfermare i 2 milioni per i periodici editi all’estero dell’anno precedente. Un bel gruzzoletto che verrà assegnato per il 70% (1,4 milioni) alle “testate edite e diffuse all’estero” e per il restante 30% (600 mila euro) alle “testate edite in Italia e diffuse prevalentemente all’estero”. Non poteva mancare poi un trattamento riservato per i periodici che esprimono specifiche appartenenze politiche, a cui si riserva infatti un articolo ad hoc: a questi è garantita una percentuale del 3% per ciascuna delle due quote in cui è diviso il fondo. A questo punto la domanda è d’obbligo: quali giornali godranno del fondo? Secondo l’ultima delibera (25 marzo 2013) relativa alla ripartizione dei contributi del 2011, stiamo parlando di un totale di 102 giornali dentro cui si ritrova di tutto. Sarebbe interessante, ad esempio, sapere quanti realmente siano i polesani nel mondo dato che c’è un giornale – appunto “Polesani nel mondo” – a cui sono andati circa 13mila euro; quanti poi siano i trevisani (“Trevisani nel mondo”, 17mila) o i lucchesi (“Lucchesi nel mondo”, 14mila). Non mancano poi giornali pubblicati esclusivamente in un Paese: in Canada sono 7, in Svizzera e Usa 5, in Germania 7. Ma testate sono presenti anche in Costa Rica (“L’Amico d’Italia”), in Svezia (“Lavoratore”), in Lussemburgo (“Passaparola”), addirittura in Kenya (“Out of Italy”) e in Israele (“Kol-Haitalkim”). Tra i periodici editi in Italia e diffusi all’estero, la parte del leone è giocata dall’editore Sogedi, che per il 2011 ha portato a casa oltre 89 mila euro con due testate (“AISE” e “Notiziario Flash”) e da “Italiano” che ha beneficiato di 220mila euro. Per quanto riguarda le testate edite direttamente all’estero ricordiamo, tra gli altri, il brasiliano “Comunità italiana” (83mila), “Londra Sera” (66), lo svizzero “Pagina” (64), il canadese “Insieme” (56). Accanto ai periodici, ecco poi i quotidiani. Gli ultimi contributi: quasi 2 milioni per “America oggi”; 1,5 per “Il Globo” (Australia); 1,2 per il “Corriere canadese”; 700mila euro per “La voce del popolo” (Croazia); 377mila per “Gente d’Italia” (ancora Usa) e 181mila per il venezuelano “La voce d’Italia”.