Padoan lascia anche i militari senza straordinari. Niente pagamenti delle indennità aggiuntive in busta paga

Il ministero dell’Economia guidato da Pier Carlo Padoan non ha messo a disposizione i fondi per coprire le indennità dello scorso anno dei militari

Per i militari è arrivata una brutta sorpresa in busta paga. Un calice davvero amaro: non c’erano i compensi per due tipi di indennità relative allo scorso anno. Il ministero dell’Economia e delle finanze (Mef), guidato da Pier Carlo Padoan, non ha messo infatti a disposizione i fondi necessari a coprire le spese. Rinviando a data da destinarsi  le spettanze, fino a che non saranno reperite le coperture finanziarie.

La comunicazione – La sgradita novità era stata anticipata da una nota dello Stato maggiore della di Difesa che, attraverso il centro unico stipendiale risorse, ha riferito al personale interessato che “non si è potuto procedere al pagamento nel cedolino nel mese di marzo 2017”, ovviamente in merito a quanto maturato nel 2016. La comunicazione ufficiale si limita a specificare che il pagamento verrà disposto direttamente con il primo cedolino utile, appena sarà formalizzata la disponibilità di bilancio. Certo, non c’è dubbio che le singole somme saranno corrisposte in futuro. Ma chi pensava di poter contare su una somma di denaro, ha dovuto fare retromarcia. E sulla tempistica non ha ottenuto alcuna certezza. La denuncia è stata portata in Parlamento dalla deputata del Movimento 5 Stelle, Tatiana Basilio, che ha messo insieme il materiale sul caso e ha depositato un’interrogazione alla Camera. I destinatari del documento sono il ministro Padoan e la collega della Difesa, Roberta Pinotti. Lo scopo è molto preciso: pretendere una risposta chiara dai responsabili del Governo per evitare ulteriori slittamenti. La Notizia ha chiesto delucidazioni agli uffici del Mef, senza tuttavia ottenere una risposta.

Doppia beffa – La questione, è vero, non riguarda gli stipendi mensili, che risultano regolarmente pagati. Il problema è in un altro campo: quello del compenso forfettario d’impiego e del compenso forfettario di guardia, riassumibili – semplificando – con l’etichetta di straordiari. “La comunicazione dello Stato Maggiore crea forte preoccupazione tra il personale interessato in quanto nulla viene riportato in merito a una precisa data entro la quale verranno pagati i compensi in questione”, ha evidenziato la parlamentare pentastellata. Una beffa doppia per un settore che già lamenta spesso scarsa attenzione da parte delle Istituzioni: al posto degli investimenti, arrivano gli slittamenti dei soldi attesi in base al lavoro svolto. Una storia di ordinaria burocrazia e di assenza di fondi che si abbatte in pieno sugli uomini in divisa.

Cambiamento – Il problema è iniziato con il trasferimento delle operazioni di pagamento dal ministero della Difesa a quello dell’Economia. Insomma, la patata bollente è nelle mani di Padoan e non in quelle della ministra Pinotti. “Noi avevamo segnalato possibili disfunzioni di questa modalità di pagamento. È difficile traferire le funzioni da un’amministrazione all’altra, specie quando si tratta di centinaia di migliaia di persone”, ha spiegato Basilio. La soluzione del caso spetta al numero uno di via XX Settembre. “Ma ora – ha incalzato la deputata dei 5 Stelle – il ministero della Difesa deve tirare la giacchetta al Mef per risolvere velocemente la questione. Bisogna ricordarsi che parliamo di persone che non hanno ricevuto compensi che gli spettavano e che magari su quei sodi avevano fatto dei progetti”. Ma la questione non è soltanto di singoli casi né tantomeno tecnica, perché attiene al profilo politico. “Non si riesce a capire come questo Governo si comporti così, scontentando anche le Forze Armate, dall’Aeronautica alla Marina, che si occupano della nostra sicurezza”, ha chiosato sulla questione la parlamentare del Movimento Cinque Stelle.  A complicare ulteriormente il quadro è arrivata l’introduzione del sistema NoiPA per girare il cedolino dei pagamenti ai diretti interessati. Le segnalazioni di malfunzionamenti sono state numerose, anche se il servizio è stato lanciato con tutte le buoni intenzioni: semplificare le procedure e avvantaggiare i dipendenti pubblici. Militari compresi.

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