Padre e madre anziché “genitore 1” e “genitore 2” sulla carta d’identità dei minori. Il garante della privacy boccia la proposta di Salvini. Il ministro: “Noi andiamo avanti”

Il garante della privacy dice no alla modifica dei moduli per la richiesta della carta d'identità per i minori

Il Garante per la Privacy ha data parere negativo in merito alla sostituzione dell’indicazione di ‘genitore 1’ e ‘genitore 2’ con ‘padre’ e ‘madre’ nei moduli in uso nei comuni per il rilascio della carta d’identità elettronica ai figli minorenni. A sollevare la questione era stato il vicepremier Matteo Salvini e il ministero dell’Interno si era poi rivolto all’Autorità garante affinché si pronunciasse sullo schema di decreto destinato a riformare la modulistica. “Noi andiamo avanti, non esiste privacy che neghi il diritto ad un bimbo di avere una mamma e un papà”, ha commentato Salvini.

Nel parere,  l’Authority guidata da Antonello Soro, ha rilevato diverse criticità. “La modifica in esame – si legge nel parere – è suscettibile di introdurre, ex novo, profili di criticità nei casi in cui la richiesta della carta di identità, per un soggetto minore, è presentata da figure esercenti la responsabilità genitoriale che non siano esattamente riconducibili alla specificazione terminologica ‘padre’ o ‘madre’. Ciò, in particolare, nel caso in cui sia prevista la richiesta congiunta (l’assenso) di entrambi i genitori del minore (documento valido per l’espatrio)”.

Le ipotesi, spiega il Garante per la privacy, “sono quelle in cui la responsabilità genitoriale e la trascrizione nei registri dello stato civile dei figli seguono una sentenza di adozione in casi particolari, la trascrizione di atti di nascita formati all’estero, il riconoscimento in Italia di provvedimenti di adozione pronunciati all’estero, la rettifica di attribuzione del sesso, oppure quando a registrare sia direttamente il sindaco. In questi casi, il rilascio del documento “potrebbe essere impedito dall’ufficio – in violazione di legge – oppure, potrebbe essere subordinato a una dichiarazione non corrispondente alla realtà da parte di uno degli esercenti la responsabilità genitoriale”.

Infatti, afferma ancora l’Authority, “nella richiesta del documento, nella ricevuta rilasciata dall’ufficio e, soprattutto, nel documento d’identità rilasciato per il minore, il dato relativo a uno dei genitori sarà indicato in un campo riportante una specificazione di genere non corretta, non adeguata o non pertinente alla finalità perseguita”. In pratica, sostituendo il termine ‘genitori’ con ‘padre’ e ‘madre’, si “rischierebbe di imporre in capo ai dichiaranti”, al momento della richiesta del rilascio del documento di identità del minore, “il conferimento di dati inesatti o di informazioni non necessarie di carattere estremamente personale, arrivando in alcuni casi a escludere la possibilità di rilasciare il documento”.