Il Paese viene giù: 9 Comuni su 10 a rischio frane. Prevenzione al palo. Dal 2013 stanziato solo il 10% del necessario

Secondo l’Ispra oltre tre milioni di nuclei familiari risiedono in un’area soggetta ad alluvioni e smottamenti

Italia, terra di frane e alluvioni. A dirlo è la relazione pubblicata dall’Ispra e riguardante il dissesto idrogeologico: nel 2017 è a rischio il 91% dei Comuni. Oltre 3 milioni di nuclei familiari risiedono in quest’area. Secondo l’istituto rispetto agli anni passati è aumentata sia la superficie soggetta a frane (+2,9% rispetto al 2015) e quella potenzialmente allagabile (+4%). Scenario inquietante anche per quanto riguarda gli edifici: quasi il 4% (oltre 550 mila) si trova in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata e più del 9% (oltre 1 milione) in zone alluvionabili. Stesso discorso anche per quanto riguarda industrie e servizi: sono quasi 83mila quelli posizionati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata, con oltre 217mila addetti esposti a rischio. Stesso discorso per quanto riguarda il pericolo inondazioni: si trovano esposte a tale rischio ben 600mila unità locali di impresa (12,4% del totale) con oltre 2 milioni di addetti ai lavori. Ad essere minacciato, ancora, anche il patrimonio culturale. I dati dell’Ispra, infatti, individuano nelle aree franabili quasi 38mila beni culturali, dei quali oltre 11mila ubicati i n zone a pericolosità da frana elevata e molto elevata, mentre sfiorano i 40mila i monumenti a rischio inondazione.

DANNI ECONOMICI – Andando nel dettaglio, spiccano proprio Regioni come la Calabria che, insieme a Valle D’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise e Basilicata contano il 100% dei propri Comuni a rischio alluvione o frana. A fare il paio con questi dati è l’ultimo rapporto di Legambiente, pubblicato a novembre 2017, “Ecosistema rischio”, secondo cui a pagare lo scotto di questa Italia insicura sono gli oltre 7,5 milioni di cittadini esposti quotidianamente al pericolo che vivono o lavorano in aree potenzialmente pericolose e la cui incolumità deve essere la priorità del Paese. Dal 2010 al 2016, stando alle stime del Cnr, le sole inondazioni hanno provocato nella Penisola la morte di oltre 145 persone e l’evacuazione di oltre 40mila persone. Per non parlare dei danni economici causati dal maltempo e che solo nell’ultimo triennio (2013-2016), secondo i dati dell’unità di missione Italiasicura, è di circa 7,6 miliardi di euro. Lo Stato ad oggi ha risposto stanziando circa il 10% di quanto necessario, 738 milioni di euro. Briciole rispetto al necessario. Perché, come si sa, la prevenzione non porta voti.