Paghiamo ancora i Mondiali di nuoto del 2009

Ben 15 milioni per la Libia per via di un trattato tra Berlusconi e Gheddafi. Altri 6 milioni per la risistemazione di Chernobyl. Ulteriori 2 milioni di euro in aggiunta ai 69 già previsti per il semestre di presidenza Ue dell’Italia. Senza dimenticare i 12 milioni per i Giochi del Mediterraneo di Pescara e per i Mondiali di Nuoto di Roma sebbene siano eventi che si sono già tenuti rispettivamente nel 2005 e nel 2009. Tra le pieghe della legge di stabilità, approvata definitivamente la scorsa settimana a Palazzo Madama, fioccano letteralmente le sorprese che lasciano non poco amaro in bocca, visto il periodo poco florido per le casse italiane (come documentato da La Notizia del 24 dicembre).

Tra i finanziamenti pluriennali che spuntano dalle tabelle allegate alla manovra, per esempio, spiccano 12 milioni di euro per “impiantistica sportiva”. Bene, si dirà. Peccato però che le opere di cui stiamo parlando sono state finanziate, la prima volta, o per i mondiali di nuoto di Roma del 2009 o in altri casi addirittura per i Giochi del Mediterraneo di Pescara del 2005. Insomma, stiamo parlando di impianti che verosimilmente avrebbero dovuto essere inaugurati già otto anni fa.
Finita qui? Certo che no. Nella prima bozza della legge di stabilità erano stati stanziati a vario titolo circa 69 milioni di euro per il semestre di presidenza Ue che da luglio sarà affidato al nostro Paese. Dal testo definitivamente approvato dal Parlamento, però, si scopre che la somma iniziale è stata reputata insufficiente: ai 69 milioni, infatti, sono stati aggiunti ulteriori 2 milioni di euro “per lo svolgimento delle attività di comunicazione”.

Ancora, ulteriori 6 milioni di euro sono previsti per finanziare il “Chernobyl Shelter Fund”, istituto che mira alla realizzazione di una struttura di protezione (“Shelter Implementation Plan”) che “seppellisca” per sempre il reattore numero quattro della centrale nucleare. Anche per questo finanziamento, però, le domande che sorgono sono tutt’altro che secondarie, se pensiamo innanzitutto che tale istituto è finanziato da tutti i Paesi europei ad eccezione, però, della stessa Russia; e se pensiamo che l’accordo sia stato ratificato dal nostro Paese tramite un codicillo nascosto e inserito in un decreto che poco “c’azzecca” con Cernobyl dato che si occupa di “misure urgenti per la promozione dell’occupazione nonché in materia di Iva”.