Paghiamo già la Siria. Al distributore schizzano i prezzi

di Angelo Perfetti

Non c’è solo il tema umanitario. La guerra in Siria sta già provocando, oltre a una crisi diplomatica mondiale, un effetto domino econ0mico. Salgono i prezzi dei carburanti con la verde che ha sfiorato 1,90 euro al litro nel fine settimana. Le medie nazionali della benzina e del diesel sono rispettivamente di 1,847 e 1,750. I prezzi internazionali del petrolio sui mercati asiatici tuttavia sono in calo a per la decisione del presidente Usa Barack Obama di aspettare il via libera del Congresso prima di attaccare la Siria. Ma da noi la freneta non si è vista.
Quella dei prezzi dei carburanti è “una crescita rapidissima ed ingiustificata, che distributori e petrolieri hanno imputato all’aumento del costo del petrolio”, tuonano Adusbef e Federconsumatori. “Ora che quest’ultimo è tornato a scendere ci aspettiamo, anzi pretendiamo, che anche i prezzi dei carburanti invertano tale tendenza. E’ ora di eliminare quelli che si configurano come veri e propri guadagni speculativi, che pesano sulle tasche degli automobilisti per circa tre euro per ogni pieno di benzina da 50 litri. Se questi aumenti non dovessero rientrare, la stangata per gli automobilisti risulterebbe pari a 72 euro annui, con un esborso complessivo (solo per la benzina) di 72 milioni di euro ogni mese, pari a 864 milioni di euro nell’arco dell’anno. Per questo – si legge in una nota delle associazioni – ribadiamo la necessità di un intervento urgente da parte del Ministero dello Sviluppo Economico improntato a una maggiore e sempre più attenta vigilanza sulla determinazione dei prezzi dei carburanti; una seria razionalizzazione e modernizzazione dell’intera filiera petrolifera, anche attraverso l’apertura della vendita presso i grandi centri commerciali e la distribuzione no-logo’’.
‘’La scia dell’effetto Siria – afferma a sua volta la Cia-Confederazione italiana agricoltori commentando l’andamento dei prezzi dei carburanti strettamente connesso alla crisi siriana- continua a tenere alti i prezzi dei carburanti in Italia, con la benzina che supera gli 1,88 euro al litro. Ma già nell’ultimo anno ogni famiglia ha dovuto spendere in media più per trasporti, combustibili ed energia che per il cibo: 484 euro al mese contro 468. E’ chiaro quindi che ogni nuovo rialzo rischia di pesare ulteriormente sulla spesa alimentare, ‘rosicchiando’ altre quote al budget per la tavola, già ‘magro’ per colpa della crisi’’.

La politica si muove
“Il governo faccia chiarezza sull’andamento dei prezzi dei carburanti e sugli aumenti di questi giorni, verificando la presenza di eventuali abusi.
In una fase economica così difficile, è necessaria massima trasparenza”. Lo dichiarano i deputati del Partito democratico Lorenza Bonaccorsi ed Ernesto Magorno. “Al ritorno dalle vacanze- spiegano i deputati- arrivano puntuali i soliti rincari, giustificati da un possibile intervento militare in Siria che pero’ ora sembra non così prossimo. Nel frattempo il governo annuncia nuovi possibili aumenti delle accise, anche se i dati ufficiali hanno dimostrato che i rialzi decisi dal precedente governo hanno causato nei primi mesi del 2013 una perdita di gettito fiscale di ben 630 milioni di euro”. Quindi, “il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato intervenga per fare chiarezza – concludono Bonaccorsi e Magorno – l’aumento dei carburanti ha un effetto devastante su tutta l’economia: dai prezzi delle merci al turismo, dai consumi al settore agricolo. Far schizzare la benzina verso due euro significa assestare un colpo mortale alla ripresa economica”.

La replica dei petrolieri
Gli allarmi sul prezzo dei carburanti sono del tutto infondati in quanto non rappresentativi dei prezzi a livello nazionale, ben lontani dalla soglia dei 2 euro al litro”, afferma l’Unione petrolifera specificando che il prezzo medio nazionale stimato sulla base dei dati del Mise è attualmente intorno a 1,780 euro al litro per la benzina e 1,670 euro per il gasolio. ‘’Eventuali punte di prezzo rilevate in singole realtà locali – prosegue l’Up – non possono perciò essere considerate rappresentative del mercato nazionale’’. Il prezzo medio nazionale stimato sulla base dei dati rilevati dal Ministero dello Sviluppo Economico è infatti attualmente intorno a 1,780 euro/litro per la benzina e 1,670 euro/litro per il gasolio. Tali valori sono peraltro inferiori di circa 5 centesimi euro/litro rispetto al prezzo medio registrato nell’agosto 2012, fornendo peraltro su base annua un contributo positivo all’andamento dell’inflazione, come rilevato da un’analisi del Ref-R pubblicata oggi sul Sole 24 Ore. Gli aumenti registrati nell’ultima settimana proseguono i petrolieri – sono stati mediamente dell’ordine di 1,5 centesimi euro/litro e che i prezzi consigliati dalle compagnie petrolifere ai gestori, che fissano autonomamente il prezzo finale al pubblico, sono molto lontani dai 2 euro/litro”.