Pallini inverte la rotta

di Marco Castoro

Le mimose fioriscono. Non solo in occasione della festa della donna, ma anche nelle aziende italiane, seppure il Belpaese sia ancora lontano dal riconoscere il prestigio e il giusto valore delle quote rosa.
Nell’azienda dei liquori Pallini, alla quinta generazione, le donne hanno fatto centro. Alla guida ora c’è Micaela Pallini. Ha raccolto l’eredità del suo avo Nicola che nel 1875 fondò l’Antica Casa Pallini, con sede in un edificio sulla piazza centrale di Antrodoco a pochi chilometri da Rieti. Il glorioso palazzo – in seguito venduto dai figli di Nicola (“che hanno venduto pure la tomba del padre”, spiega Micaela Pallini) – fungeva sia da emporio sia da abitazione.
Oggi l’azienda Pallini spa è riconosciuta come leader indiscusso del centro Italia nella produzione e distribuzione di liquori a base di anice e sciroppi. Tra questi, il Mistrà Pallini è il prodotto principe, affermatosi per il modo con cui sposa e corregge l’aroma del caffè.
A oggi il core business dell’azienda è il Limoncello Pallini. Distribuito in oltre 30 Paesi nel mondo con volumi di oltre 150.000 casse, viene ottenuto dai limoni della Costiera Amalfitana coltivati con gli stessi metodi del passato e raccolti accuratamente a mano.
Com’è strutturata l’azienda?
“È al 100% familiare, con tutti i membri che si chiamano Pallini. Abbiamo sede a Roma. Ci sono 26-27 dipendenti e 5 collaboratori esteri. Il nostro fatturato ammonta a 11 milioni e produciamo oltre 3 milioni di litri l’anno. Più dell’80% dei nostri liquori va all’estero. Soprattutto Limoncello e Sambuca. Il Mistrà no. È un prodotto che piace e si vende in Italia”.
I vostri obiettivi a breve scadenza?
“Puntare di più sul mercato italiano. Perché ci sono nostri prodotti che si trovano in Giappone e in Australia e non si trovano a Milano. La nostra è una sfida. Anche alla crisi. Produrre in Italia non è facile perché è complicato reperire le materie prime. Non a caso il made in Italy se ne sta andando in mano alle multinazionali. Solo Barilla, Ferrero e Perfetti resistono e tengono il Tricolore”.