Parisi cambia verso. Dal “non facciamo la fine di Scelta civica” all’avvicinamento agli ex montiani

Stefano Parisi, ha fatto retromarcia riguardo all'opinione sul progetto di Scelta civica. tanto da avvicinarsi ai suoi reduci.

Dal “noi non facciamo Scelta civica”, pronunciato al lancio del suo movimento politico, all’avvicinamento agli ex di Scelta civica, ora uniti nel gruppo alla Camera Civici innovatori. L’ex candidato sindaco di Milano, Stefano Parisi, ha fatto retromarcia riguardo all’opinione sul progetto montiano. Sì, perché a Montecitorio ha presentato una proposta di legge presentata proprio da Ci. È il segno del momento molto diverso rispetto a qualche mese fa, quando Parisi era indicato come il leader di un ampio fronte di Centrodestra. Ora l’ex city manager milanese, leader del movimento Energie per l’Italia, è invece costretto a cercare uno spazio politico. Allora ben venga il dialogo con i parlamentari reduci del progetto di Mario Monti. Non a caso ha escluso l’ipotesi di un partitone unico dei moderati.  “Penso che il popolo liberale e popolare, che vuole uno sviluppo futuro del nostro paese e una crescita economica forte e che vuole liberare le economie positive che ci sono nel nostro paese guarda a un altro mondo, non si può pensare di mettere tutto insieme, ci sono differenze troppo elevate”, ha detto Parisi.

L’ex candidato sindaco ha cercato quindi il rilancio mediatico, illustrando un disegno di legge depositato alla Camera. Lo scopo è quello di introdurre nell’ordinamento una modifica della Costituzione, che rimanda alla cosiddetta sfiducia costruttiva. “Noi oggi abbiamo un grande rischio di instabilità politica e il tema non è proporzionale o maggioritario. Ma il livello di responsabilità del Parlamento nei confronti del governo”, ha detto Parisi. “Se il Parlamento vuole sfiduciare il Governo o ha un’alternativa pronta e quindi c’è l’impegno di un voto di fiducia, o si sciolgono le camere entro dieci giorni”, ha aggiunto sintetizzando il contenuto della proposta.