Parlamento immobile. Il 2017 è iniziato con Aule vuote e nessuna riforma: la Camera si svuota già il mercoledì

Tutto, o quasi, è fermo in Parlamento. Con un immobilismo che rispecchia la fase di stand-by in cui è precipitata la politica con il Governo Gentiloni.

Tutto, o quasi, è fermo in Parlamento. Con un immobilismo che rispecchia la fase di stand-by in cui è precipitata la politica con l’insediamento del Governo presieduto da Paolo Gentiloni. Dalle festività natalizie in poi l’attività di Camera e Senato non è stata delle più intense. Tutt’altro. L’unico vero giorno in cui il Transatlantico è entrato in fibrillazione è stato il 24 gennaio, quando la Corte costituzionale si è pronunciata sull’Italicum. Peccato, però, che la decisione veniva presa al di fuori dei Palazzi parlamentari, sebbene con effetti sulla vita politica del Paese. Per il resto c’è davvero poco da segnalare con l’inizio del 2017, che pure è stato presentato come un anno cruciale per le sorti del Paese.

Settimana corta – Un comune cittadino che consulta il sito della Camera apprende che a Montecitorio le votazioni stanno terminando regolarmente il mercoledì. Al netto degli impegni in commissione, molti deputati possono tornare a casa un giorno prima. Il giovedì, infatti, non vengono convocati nemmeno lavori d’Aula, che tuttavia riprendono il venerdì, dalle ore 9.30, con le interpellanze presentate dagli onorevoli per ottenere chiarimenti sull’azione dell’Esecutivo. Ma che in genere si svolgono per pochi intimi. Questa settimana, poi, è addirittura particolare: venerdì 10 febbraio è in calendario la celebrazione del Giorno del Ricordo delle Foibe e dell’esodo Giuliano-Dalmata. Per carità, un appuntamento importante dal punto di vista culturale, ma che nel caso specifico sortisce l’effetto di accorciare ulteriormente la settimana lavorativa nell’emiciclo.

La spiegazione – Dalla Camera, però, non ci stanno a passare per fannulloni. “Le sedute del lunedì e del venerdì non sono state toccate. Si lavora regolarmente”, hanno spiegato a La Notizia fonti vicine ai vertici di Montecitorio, per motivare il trend delle ultime settimane. “Tante volte ci si concentra su mozioni e leggi che stanno a cuore a una minoranza di cittadini, o a piccole comunità, ma che per questo non sono di scarso rilievo, così come le interpellanze, fondamentali nel dialettica tra Parlamento e Governo”, spiegano ancora dalla Camera. Con un’ulteriore annotazione: “Bisogna considerare anche che si tratta di un passaggio fisiologico. C’è stato un cambio del Governo e un rallentamento dell’attività legislativa era prevedibile, perché in Aula non arrivano più decreti a ingolfare i lavori”. Il dibattito ha riguardato misure di minore impatto, che non hanno certo aumentato la tensione politica. E in questi casi è noto che i banchi parlamentari restano per lo più vuoti. Non va meglio nell’altro ramo del Parlamento. Al Senato, infatti, le sedute come al solito sono convocate da martedì al giovedì, anche in questo caso con l’eccezione dei lavori in commissione. Tuttavia, come per la Camera, il problema di fondo è che i provvedimenti sono stati di secondo piano. Senza grosse tracce di riforme, di cui pure si parla in ogni intervento pubblico.