All’Agenzia di valutazione delle Università

<di Carmine Gazzanni

Ma non si era detto che bisognava ringiovanire l’amministrazione pubblica? Il decreto Madia va, dopotutto, proprio in questa direzione: una volta in pensione, recita l’articolo 1, non è più possibile godere di incarichi dirigenziali. Tanto per il pubblico quanto per il privato. In effetti però non è sempre così. Per carità: la legge obbliga a lasciare l’incarico a partire dalla fine di ottobre. È anche vero, però, che si presuppone che le Pubbliche amministrazioni diano il buon esempio. Non è il caso dell’Anvur, l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca, che si occupa di stilare le classifiche sugli atenei italiani. Un compito determinante, soprattutto a partire da quest’anno, dato che la bozza del decreto sul Fondo di Finanziamento Ordinario relativo al 2014 (il provvedimento che assegna le risorse statali alle università), la quota premiale, che tiene conto appunto delle classifiche Anvur, crescerà dal 13 al 18%.

PENSIONATI D’ORO
Un lavoro, insomma, certamente delicato per il direttivo dell’Agenzia. Ma niente paura: ci pensa lo Stato a coccolarli come si deve. Il presidente Stefano Fantoni, accademico di lungo corso, gode di una retribuzione di 210mila euro annua. Uno stipendio, si potrebbe pensare, tutto sommato legittimo. Ma ecco l’inghippo: Fantoni gode anche di una pensione da 91mila euro. Totale: oltre 300 mila euro. Esattamente il contrario dell’impianto della legge di Marianna Madia, insomma. Fantoni, però, non è certamente da solo. Vicepresidente dell’Anvur è Luisa Ribolzi: stipendio da 178.500 euro che arrotonda con la sua pensione da 64mila euro. Finita qui? No. Il prof. Sergio Benedetto dovrebbe beatamente godere della sua pensione da 88mila euro. E invece siede nel consiglio direttivo dell’Agenzia per uno stipendio da 178mila euro e un reddito complessivo che tocca quota 300mila.

EL DORADO
Sia chiaro: non che gli altri componenti possano lamentarsi più di tanto. Per tutto il consiglio direttivo dell’Anvur la retribuzione è equiparata a quella della vicepresidente. Il calcolo è immediato e lo si legge, nero su bianco, sul bilancio di previsione di quest’anno: mantenere il consiglio direttivo (in tutto 7 persone) costa alle casse pubbliche, tra emolumenti e rimborsi, 1,5 milioni di euro, a cui si aggiungono, poi, altri 3 milioni circa per le spese personale e per “esperti della valutazione ed altri esperti”.