Pizzarotti boccia la campagna per il referendum: “Troppi slogan, anche da parte dei miei colleghi sindaci”

Niente toni urlati e niente slogan. Il sindaco di Parma, l’ex M5s Federico Pizzarotti, sul referendum ha scelto un’altra strada

Niente toni urlati e niente slogan. Il sindaco di Parma, l’ex M5s Federico Pizzarotti, sul referendum ha scelto un’altra strada. Pur avendo espresso chiaramente quale sarà la sua posizione il 4 dicembre, un No convinto ai quesiti referendari, infatti, ha deciso di “non strumentalizzare l’appuntamento”. “A me – ha detto a La Notizia – questa campagna non è piaciuta. Né a livello nazionale e né a livello locale. Rispetto a tanti miei colleghi schierati per il Sì e per il No ho scelto una chiave diversa”.

Quale?
Ho invitato tutti a riflettere e a informarsi. Perché credo che un sindaco debba rappresentare sempre l’intera comunità. Senza tifo spinto e promesse ottimistiche.

La sindaca Raggi è stata criticata per una mozione sulla riforma Boschi discussa ieri in Campidoglio. Anche a Parma, però, nei mesi scorsi, ne è stata approvata una.
Ha detto bene: nei mesi scorsi. E cioè quando ancora di referendum non parlava nessuno. Non così a ridosso del voto. E soprattutto senza scopi propagandistici ma solo informativi.

Sempre in casa Cinque stelle, che effetto le ha fatto la scelta dei probiviri e la successiva sospensione dei parlamentari siciliani sulla vicenda delle presunte firme false?
Il Movimento ci ha abituato da tempo al doppiopesismo. Ormai non ci faccio più caso e neanche mi interessa. C’è, però, un altro aspetto da evidenziare.

Quale?
Sulla vicenda del Regio di Parma, poi archiviata, io andai dal pm a spiegare ogni cosa per oltre due ore. A Palermo alcuni parlamentari si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Generando così il sospetto che abbiano qualche cosa da nascondere.

Il deputato Nuti, tra l’altro, è stato un suo accusatore.
Molti si sono autoproclamati giudici e oggi si trovano in condizioni non proprio facili. D’altronde io l’ho sempre detto: c’è sempre qualcuno più puro di te che prima o poi ti epura.

Prima il direttorio, poi i probiviri: il M5s diventa sempre più un partito?
E pensare che la mia richiesta di un momento di approfondimento venne bollato come congresso da vecchia politica. Comunque, non spetta più a me sottolineare queste cose. Spero solo che la gente impari a ragionare con la propria testa. Anche se nel M5s tutto è diventato una questione di fede. In nome di questa anche la coerenza ai principi passa in secondo piano.

I Cinque stelle che dovevano svegliare le coscienze finiscono per addormentarle, secondo lei?
E’ un dato di fatto che quando questo Movimento è nato l’analisi critica anche di se stessi era un valore aggiunto. E non si correva il rischio di epurazioni.

La vicenda firme false ha investito pure la sua Regione. A Bologna però il pentastellato Massimo Bugani ha parlato di una possibile trappola rivolta a lui.
Basta gridare ai complotti. Nessuno vuole tendere trappole a Bugani ma perché non è nessuno. Soprattutto dopo aver perso per due volte le elezioni in una città che aveva festeggiato i primi grandi risultati del Movimento. Ma io ormai sono fuori da quelle dinamiche.

Eppure dal Campidoglio un tecnico è venuto a scuola di differenziata proprio a Parma.
Ci ha fatto doppiamente piacere: non solo perché Roberto Cavallo è un esperto di rifiuti al quale ci eravamo ispirati già in campagna elettorale, ma anche perché dalla Capitale è venuto qui da noi a vedere come si realizzano concretamente le idee. Al di là degli slogan. Mi ha fatto sorridere solo la reazione scomposta di Roma che ha derubricato la visita a un’iniziativa personale di cui, tra l’altro, non era a conoscenza.

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