Pompei di vergogna. La Schola Armaturarum crollò per un tubo otturato. Nessuno andò a pulire il tetto pieno d’acqua. Così ci siamo giocati un altro pezzo d’arte

Il crollo della “Schola Armaturarum” a Pompei è tutta colpa di un tubo otturato. Se basta così poco per far crollare il nostro patrimonio artistico stiamo freschi. L’edificio di epoca romana era stato ricostruito dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale; il processo per il crollo è in corso al tribunale di Torre Annunziata dove, l’ultimo colpo di scena,  con la rivelazione del professor Lucio Fino (scelto come super perito), potrebbe aver dato la svolta decisiva.  Dopo aver analizzato le due perizie di parte quella dell’accusa e quella della difesa dell’unica imputata, Paola Rispoli, all’epoca dei fatti responsabile delle Regioni I e III degli scavi di Pompei, il professor Fino è arrivato a delle conclusioni ben precise sul crollo dell’edificio avvenuto nella notte tra il 6 e il 7 novembre 2010. e che scatenò l’indignazione dei media internazionali. “Si trattò di un evento imprevedibile e improvviso. Penso che si ostruì con terriccio il canale alle spalle della domus pompeiana. L’otturazione del tubo, causò un allagamento di almeno 6 centimetri sul tetto della Schola Armaturarum, creando una piscina estesa sui 90 metri quadrati di superficie ed un peso di almeno 5 tonnellate di acqua sulle murature”. Ecco i motivi del collasso.