Prestiti in Italia, finalmente si arresta il crollo. Dopo 30 mesi di contrazioni, a novembre 2014 l’erogazione torna in positivo. Fine della crisi o canto del cigno?

I prestiti in Italia negli ultimi due anni e mezzo hanno assunto le fattezze di una chimera per famiglie e, soprattutto, aziende. Calo della domanda e aumento dei finanziamenti negati hanno eroso il rapporto tra creditore e richiedente, innescando un circolo vizioso indissolubile che per 30 mesi ha generato contrazioni su contrazioni. Parallelamente ha preso piede il business dei finanziamenti online, spesso più convenienti e ancora di salvezza per molti consumatori. Sempre su internet hanno riscosso un successo senza precedenti i siti di comparazione, dove porre i tassi IBL Banca a confronto con quelli di Findomestic, Agos ecc., anche se l’involuzione del settore è stata ugualmente implacabile e impossibile da disarcionare.

Ora, però, sembrano giungere i primi (pallidi) segni di ripresa. Secondo quanto riportato dal rapporto mensile dell’Abi relativo al mese di novembre, i prestiti in Italia hanno segnato una crescita, la prima da 30 mesi a questa parte. Per la precisione, nell’ultimo mese è stato registrato un incremento di prestiti su base annua a famiglie e imprese fino a un milione di euro pari allo 0,2%. Un aumento minimo, ma sufficiente a far segnare il miglior risultato da aprile 2012 e a spezzare un andamento in negativo che sembrava non dovesse avere fine.

Cresce anche, e tantissimo,l’erogazione di nuovi finanziamenti per l’acquisto di immobili, che si attesta su un confortante +30% nei primi 10 mesi dell’anno, anche se qui occorre ricordare che il parametro di riferimento è il 2013, un anno nefasto per l’intera industria del mattone.

Migliorano i finanziamenti complessivi, ma restano in negativo. Al -2,1% registrato a ottobre segue il -1,6% di novembre, sintomatico di una diminuzione delle perdite ma, al contempo, di un andamento sempre in regressione rispetto all’anno scorso. La raccolta complessiva, che include depositi da clientela e obbligazioni, a novembre registra perdite pari a 25,3 miliardi di euro, segnando un -1,5% in relazione allo stesso periodo dell’anno scorso.

Insomma, piano a farci prendere dall’entusiasmo. La situazione in cui versa il settore creditizio italiano – che poi è uno specchio piuttosto fedele della realtà economica in generale – è ancora traballante e turbato da dinamiche e rilevazioni in chiaroscuro. Per la legge dei grandi numeri, d’altronde, prima o poi l’involuzione dei mercati doveva arrestarsi, ma le percentuali presentate non giustificano alcun atto di euforia. È importante capire come evolverà la situazione nei prossimi mesi, per capire se sia davvero l’alba di un nuovo inizio o l’atto d’orgoglio di un Paese agonizzante.