La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione per Berlusconi. Era sotto inchiesta per la sentenza del Consiglio di Stato sulla cessione di una quota di Mediolanum

Non c'è prova diretta e certa che il giudice abbia ricevuto denaro dall'ex premier Berlusconi

La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione della posizione di Silvio Berlusconi, indagato per corruzione in atti giudiziari nell’ambito dell’inchiesta sulle sentenze pilotate al Consiglio di Stato. Il filone di indagine che ha portato all’iscrizione dell’ex premier è legato alla sentenza del Consiglio di Stato del 3 marzo 2016 che annullò per l’ex presidente del Consiglio l’obbligo di cedere una quota detenuta in banca Mediolanum.

Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Stefano Rocco Fava hanno chiesto al gip l’archiviazione anche delle posizioni di altri indagati e in particolare del giudice relatore Roberto Giovagnoli, dell’avvocato Francesco Marascio e dell’ex funzionario di palazzo Chigi, Renato Mazzocchi. A casa di Mazzocchi, nel 2016, furono trovati 250mila euro in contanti e copie di sentenze emesse al Consiglio di Stato, tra cui la bozza del verdetto Mediolanum. Per gli inquirenti, tuttavia, non c’è prova diretta e certa che quel denaro era destinato al giudice per condizionare la sentenza.

AGGIORNAMENTO

Successivamente, in data 25 giugno 2019 la richiesta di archiviazione a carico dell’avvocato Francesco Marascio è stata accolta. E a quanto a noi riferito dal legale dello stesso avvocato Marascio lo stesso provvedimento sarebbe stata accolto anche per altri personaggi coinvolti nella vicenda. Fatto che però al momento non è da noi verificabile per la chiusura delle cancellerie.