Quanti rampolli Vip al Gestore dei servizi energetici. Infornata di figli di politici, consiglieri e manager

di Stefano Sansonetti

Per carità, non sarà certo la prima e l’ultima azienda pubblica a proiettarsi in assunzioni di celebri rampolli. E di sicuro non sarà l’unica azienda di Stato in cui, alla vigilia di una delicatissima tornata di nomine, vanno in scena regolamenti di conti tra dirigenti. Da qualche tempo a questa parte al Gse ne stiano accadendo un po’ di tutti i colori. Parliamo del Gestore dei servizi energetici, società controllata dal Tesoro che gestisce qualcosa come 10 miliardi di euro l’anno di incentivi alle fonti di energia rinnovabile. Si tratta di una società “pesante” in tutti i sensi, con un corpaccione da 573 dipendenti che complessivamente costano 40 milioni di euro, di cui 30 milioni per gli stipendi. In più, al di là della proprietà formale, va segnalato che l’azienda svolge la sua attività a supporto del ministero dello Sviluppo economico, oggi guidato da Federica Guidi.

LE MOSSE
Ebbene, al Gse l’attenzione ai discendenti Vip è di tutto rispetto. Si tratterà di profili validissimi, nessuno lo vuole mettere in dubbio. Ma i casi non sono pochi. Nella società, per esempio, è stata assunta Maria Serena Cospito, figlia di Mario Cospito, ovvero il consigliere diplomatico della stessa Guidi. Assunto anche Maurizio Acuzio Godart, figlio di Louis Godart, ossia consigliere del Quirinale per la conservazione del patrimonio artistico. Ancora, una sistemazione al Gse è stata trovata per Estella Pancaldi, figlia di Zoia Veronesi, la storica segretaria di Pier Luigi Bersani (ex ministro dello sviluppo ed ex segretario del Pd). Tra gli assunti anche Marina Conte, figlia di Agostino Conte, già vicepresidente del Comitato energia di Confindustria e ora coordinatore dell’area riforme mercato e gas sempre dell’associazione di viale dell’Astronomia. E al Gse ha trovato spazio pure Anna Giacomoni, figlia di Sestino Giacomoni, deputato di Forza Italia tra i più vicini all’ex premier Silvio Berlusconi. Davvero una bella infornata, che peraltro va avanti da qualche anno. Contattato sul punto da La Notizia, il Gse ha fatto sapere che le assunzioni in questione sono state effettuate tra il 2007 e il 2013. Il Gse ha poi precisato che queste risorse sono dotate tutte di “curriculum di elevato livello” e “sono state assunte a seguito di procedure pubbliche di selezione”. Quanto ai legami di parentela, invece, la società si è limitata a dire che “per motivi di privacy non siamo tenuti a conoscere i rapporti di parentela delle persone che vengono assunte”. Di sicuro in questi giorni il Gse sta vivendo un momento di forte fibrillazione. L’Ad Nando Pasquali, estrazione scajoliana, non verrà riconfermato. La pratica nelle nomine, a quanto filtra, è stata presa in consegna dal “giglio magico” renziano, in particolare dal sottosegretario di palazzo Chigi Luca Lotti e dal ministro delle riforme Maria Elena Boschi.

LA MACCHINA
Come rivelato da questo giornale per il ruolo di Ad la Boschi avrebbe sponsorizzato la candidatura di Francesco Sperandini, ex Acea e dal dicembre 2013 capo della Divisione operativa del Gse. E’ lui, di fatto, a essere stato in questi anni l’uomo forte della macchina organizzativa con il direttore della gestione e del coordinamento generale del Gse, Giacinto Vigilante. Di recente al vertice c’è stato un autentico scossone. Dalla società, infatti, è improvvisamente uscito Enrico Antognazza, che dal novembre del 2013 ricopriva la strategica direzione verifiche e ispezioni. Del resto il Gse gestisce una montagna di soldi di incentivi alle società di energia rinnovabile, il cui flusso deve essere scrupolosamente monitorato. Da fonti molto qualificate filtra che Antognazza se n’è andato sbattendo la porta a seguito di un aspro scontro con i vertici. Naturalmente il Gse smentisce ogni incomprensione, spiegando che il dirigente “si è dimesso dall’incarico per motivi esclusivamente personali un anno prima della naturale scadenza del mandato”. Anzi, ha aggiunto la società, “sono stati gli stessi vertici a confermare la stima per la sua persona e per il suo operato tentando di convincerlo a rimanere, già nel maggio del 2014, quando aveva manifestato per la prima volta la volontà di dimettersi”. Di sicuro l’imminente cambio della guardia al Gse sembra preceduto da un clima da resa dei conti.

Twitter: @SSansonetti