Quei 2 miliardi per ricostruire L’Aquila. Mai spesi

di Maurizio Grosso

Una storia incredibile. Due miliardi di euro stanziati per la ricostruzione dell’Aquila ancora non spesi dopo 1.700 giorni trascorsi dal drammatico terremoto che ha dilaniato il capoluogo abruzzese. Prigioniera di surreali pastoie burocratiche, la cifra giace ancora inutilizzata. A denunciarlo è l’Inail, l’istituto previdenziale dai cui risparmi si decise di attingere questo prezioso tesoretto per venire incontro alle esigenze post sisma. Ma, in base a quanto rivelato dal Corriere della Sera, l’iter procedurale scelto all’epoca per l’utilizzo di queste risorse si è di fatto rivelato sin da subito una condanna all’insuccesso per tutta l’operazione. All’inizio, infatti, si era prevista una forma di finanziamento indiretto. In pratica si tracciava un percorso in cui ci sarebbero dovuti essere un bando, le successive manifestazioni di interesse, la valutazione dei vari progetti da parte di un advisor e un’analisi di compatibilità da parte dei ministeri vigilanti. Un meccanismo che si è rivelato sin da subito molto farraginoso, con un conseguente nulla di fatto che ha consigliato l’utilizzo di una schema a base di finanziamenti diretti. In questo caso il pallino delle operazioni è passato in mano alla Presidenza del consiglio e al dipartimento della Protezione civile. Peccato che, insediatosi il governo dei tecnici guidato da Mario Monti, la medesima protezione civile è stata coinvolta in un piano di riforma dal quale di fatto sono scomparse le tracce di quel delicato compito di gestione delle risorse dell’Inail in vista degli interventi a favore dell’Aquila. E così “il risultato”, ha spiegato il direttore generale dell’Inail Giuseppe Lucibello, “è che a noi non è stato chiesto nemmeno un euro”. Uno schiaffo per una città colpita dalla morte di 308 persone e da 20 mila sfollati costretti a dire addio per sempre a quelle che erano le loro abitazioni. Certo è incredibile notare come nemmeno di fronte a un’emergenza di questa portata lo Stato riesca a organizzarsi in tempi utili e con procedure consone, per giunta quando le risorse per intervenire ci sono. La conclusione, purtroppo, è l’ennesima dimostrazione di un’inaccettabile incapacità di chi gestisce le varie strutture della burocrazia di dare una risposta concreta alle esigenze che di volta in volta si presentano sul territorio. Cosa ancor più dolorosa di fronte alla tragedia dell’Aquila.