Una storia talmente affascinante da sembrare la trama di un film di Arsenio Lupin. Ma se invece fosse tutto vero? Una versione del celebre dipinto di Giuditta e Oloferne, simile a quello conservato alla Galleria d’’Arte Antica di Roma (Palazzo Barberini), è stato ritrovato nel solaio di una vecchia casa di Tolosa, nel sud della Francia.
Per alcuni esperti si tratta della mano di Caravaggio e ora Parigi vuole crederci. A cominciare dal ministero della Cultura che ha decretato il divieto di uscita di quella tela di 144 x 173,5 centimetri dal territorio e l’ha catalogata come Tesoro nazionale. Dimenticato per almeno 150 anni nella sottotetto di una vecchia casa, l’opera è in uno stato di conservazione eccezionale. I proprietari sono dei discendenti di un ufficiale dell’esercito napoleonico. Valore stimato: 120 milioni di euro.
BENI CONFISCATI – Da de Chirico a Dalì, da Sironi a Carrà, passando per Fontana e Ligabue, accanto a numerosi artisti databili tra il 1600 e il 1700, per un totale di 125 quadri preziosi, il cui valore è ancora più grande perché tutti confiscati alla criminalità organizzata. I “gioielli” della mafia confluiranno nel nuovo Palazzo della Cultura di Reggio Calabria, un vero e proprio strumento per combattere la malavita direttamente “sul campo”. La mostra aprirà le porte il 7 maggio offrendo ai suoi visitatori una esposizione permanente con tele di incomparabile pregio.