Rai, fascia protetta solo a parole. Non è la cronaca nera l’unico pericolo per i minori. Cartoon violenti, spot di alcol e azzardo fanno peggio

Rai, Non è la cronaca nera l’unico pericolo per i minori. Cartoon violenti, spot di alcol e azzardo fanno peggio

di Elena De Blasi

La televisione è considerata la migliore baby sitter. I bambini passano ore davanti al video e anche quando giocano – e sembrano non interessati al programma – ascoltano tutto prestando attenzione, che diventa massima proprio quando vengono colpiti da una situazione che viene rielaborata nella mente e genera paura. Ma la tv non è certo il mezzo più pericoloso che può traviare la mente di un bambino. A volte lo shock può arrivare da un manifesto per strada o da tante altre situazioni familiari e non. Per non parlare di internet. I bambini del terzo millennio hanno innata la dimestichezza nel manovrare con facilità i mezzi tecnologici come computer, smartphone, tablet.

I RIMEDI – La Rai di Campo Dall’Orto ha preso a cuore il problema e dopo il pressing subito dalla commissione Vigilanza ha deciso di togliere la pubblicità sui canali dei bambini e la cronaca nera dai programmi in fascia protetta. Ma non è solo eliminando la cronaca nera che si risolvono i problemi. Dalla fascia protetta andrebbero tolti tutti i programmi che abbiano scene violente. Le quali spesso si trovano più nei cartoni animati che nella realtà. Gli stessi super eroi sono violenti, a modo loro, combattono e uccidono. Per una buona causa ma lo fanno con le armi. E il bambino capisce subito l’importanza di avere un’arma. E che dire della pubblicità sulle bevande alcoliche? Gli spot di birra, aperitivi e superalcolici sono molto gettonati in tv. Come si fa a rifiutarli? Portano soldi. Ma il ragazzo comincia a desiderare l’alcol come il rimedio per vincere la solitudine (gli spot delle bevande sono girati sempre con il fine dell’aggregazione). Lo stesso alcol che in seguito può portare allo sballo. Perché nonostante i social e i messaggini, oggi i ragazzi sono molto più soli di quanto si possa pensare. Si rivolgono allo psicologo per farsi aiutare a risolvere i propri disagi, dai molteplici aspetti. Familiari e non. Le insicurezze sono molte di più che in passato. Per non parlare del panico. E la pubblicità a tamburo battente in tv di giochi e scommesse? Non possono creare dipendenza?
Ci vorrebbe il parental control su tutto.