Rai, i politici cancellano l’antipolitica

di Marco Castoro

Fuori la lottizzazione dei politici dalla Rai. Tutti si riempiono la bocca di buoni propositi. A cominciare proprio dai politici. Ma in realtà è più facile che il prossimo scudetto lo vinca il Chievo piuttosto che la politica esca dalla Rai. Tanto alla fine quando si tratta di distribuire poltrone o di far fuori qualche conduttore scomodo e non allineato, ecco che i politici tornano prepotentemente alla ribalta. Come una droga dalla quale non se ne esce. In Rai “l’ultima parola” (è proprio il caso di dirlo) ce l’hanno sempre i politici. Qualsiasi sia il direttore generale o il presidente di Viale Mazzini. Dai nuovi palinsesti è stata cancellata la trasmissione del venerdì su Raidue in seconda serata, reduce da una stagione invidiabile con ascolti (share 12-15%) nettamente superiori alla media della rete (sotto il 10%). Un crescendo di popolarità dovuto alla scelta del conduttore Gianluigi Paragone, scaltro nel capire e cavalcare l’antipolitica. Ha riscosso consensi, soprattutto dagli imprenditori delle piccole e medie imprese tartassati dalla crisi economica. Si è inventato un talk diverso, con un’anteprima che l’ha visto imbracciare la chitarra, suonare e cantare per introdurre gli argomenti di ciascuna puntata. Ha rindossato l’orecchino, ha dato spazio ai blogger, ha rispolverato la macchietta di Carcarlo Pravettoni. Ha tartassato gli inamovibili e i collezionisti di poltrone. Ha osato attaccare anche i poteri forti, criticando aspramente perfino il presidente Napolitano. E allora? Poteva rimanere in sella al Cavallo con la sua trasmissione? No. Perché in Rai non hanno nessuna intenzione di santorizzare qualche altro conduttore. Di farne un nuovo martire. E i politici, a cominciare dai più potenti, meno che mai. Quindi non è affatto da escludere il fatto che siano arrivate pressioni dal Colle e dal Pdl (che considera Paragone un traditore). Non a caso i beni informati parlano di un incontro tra Gasparri, Romani, Gubitosi e Verro dove si è parlato anche di Paragone.

E alla fine L’ultima parola diventerà una trasmissione di tendenza per i giovani, con musica e conduzione affidata sempre a Paragone che però non parlerà più né di politica né di antipolitica. Dal nome L’ultima nota (o qualcosa del genere). Con il vicedirettore generale Marano e il direttore di rete Teodoli che hanno saputo del cambio di “destinazione d’uso” soltanto a cose fatte.

@marcocastoro1