Rauti lancia la nuova destra: identità e sovranità nazionale. Dialogo aperto a tutti. Ma sui valori non si tratta. Sul no all’austerity siamo più decisi di Tsipras

L’invito è per l’otto febbraio al Cinema Adriano di Roma. L’obiettivo, come dice Isabella Rauti, presidente di “Prima L’Italia”, è quello di “riaggregare la destra in una nuova alleanza per l’identità e la sovranità nazionale”.
Secondo lei c’è davvero spazio in Italia per un nuovo movimento politico?
Assolutamente sì. Mentre nel resto d’Europa si affermano movimenti populisti e fortemente identitari, in Italia c’è ancora spazio potenziale per l’aggregazione di un polo fortemente identitario di destra.
A proposito di Europa, lei ha dichiarato che in Grecia è stato premiato chi ha smascherato gli inganni dell’Unione…
Questa vittoria, nonostante parliamo di un partito di sinistra, afferma il bisogno di un popolo di liberarsi dalle logiche troppo strette dell’Europa di Bruxelles, logiche che ha imposto in termini di austerity e di restrizione in assenza di un progetto di sviluppo. Bisogna invece ridiscutere i vari trattati che hanno determinato questo stato di cose e dobbiamo farlo in base alle esigenze innanzitutto dei popoli.
Ci si muoverà innanzitutto su questi temi dunque?
Senz’altro. Noi ci identifichiamo su temi fortemente identitari della sovranità nazionale e monetaria, della difesa a tutto ciò che è made in Italy, della lotta all’immigrazione irregolare e, ovviamente, una grande attenzione rispetto alla minaccia del terrorismo islamico. Credo che intorno a questi argomenti fondamentali ci sia un monte di persone che possa essere aggregate o riaggregate. E partendo da questi presupposti invendibili che vedremo se ci saranno le condizioni per un dialogo.
A proposito di dialogo, come si pone il progetto con altri protagonisti, da Berlusconi a Salvini?
Guardi, a me interessa che si crei un fronte di destra molto critico nei confronti dei trattati europei. Se poi ci saranno le reali condizioni per un dialogo con altre posizioni, ben venga. Ma immaginiamo solo intese tattiche di carattere elettorale. Per il resto, l’obiettivo è un fronte che non svenda i suoi ideali.
Prima un popolo, poi un partito…
L’invito non a caso è rivolto a coloro che hanno smesso di fare politica nel corso del tempo perché magari delusi o allontanati, ma anche a chi non ha mai fatto politica e decide in questa stagione così fluida e opaca di mettersi in gioco.
Partendo dal basso dunque?
L’idea è innanzitutto riaggregare un popolo che condivida le radici della destra sociale. Ciò che ci interessa è partire dal basso, coinvolgere il basso, come ad esempio ha fatto Marine Le Pen con il Front National.
Ultima domanda: come vede questa vigilia delle elezioni per il Colle?
Guardi, provo una grande noia per tutti questi giochi di palazzo. A me interessa solo che il Capo dello Stato abbia una sola casacca, quella italiana appunto, e che sia meno frutto dei classici giochi e inciuci di palazzo.