Rc auto gratuita per un anno, gli inganni delle concessionarie. Lo slogan impazza in tv, ma si tratta solo di polizze collettive con franchigia

Rc auto gratuita per un anno. È la promessa ammaliatrice attraverso cui si perpetra un nuovo raggiro legalizzato; è l’arma di seduzione di cui si avvalgono ultimamente le case automobilistiche per imbambolare potenziali acquirenti. D’altronde il tema è parecchio sentito, con le polizze italiane che si confermano, tenacemente, le più alte d’Europa. I cittadini hanno imparato ad adattarsi, il decadimento del tacito accordo ha sdoganato definitivamente (o almeno apparentemente) il libero mercato, su internet si possono porre le assicurazioni auto del mercato a confronto e individuare le più adatte.

Ma la quotidianità del consumatore odierno è lastricata di minacce camuffate – quali brilllantemente, quali in modo goffo – da opportunità. E, al grido di “Rc auto gratuita per un anno”, ora tocca alle compagnie automobilistiche posizionare nuove mine sul terreno scosceso dell’ingenuità e della sprovvedutezza umana. L’offerta di lancio consiste in una polizza Rc auto annuale inclusa nel prezzo di vendita della vettura. In effetti la polizza c’è, ma si tratta di un contratto che non dà alcuna rassicurazione e una copertura insufficiente. Le associazioni di consumatori invocano l’intervento di IVASS e AGCOM, l’offerta è ingannevole e sleale.

La proposta, come sottolineato dalle associazioni Konsumer e ACU, comprende effettivamente la stipula di una Rc auto gratuita per un anno, si tratta però di una polizza collettiva con franchigia. Ciò significa che l’assicurato stipula un contratto scarsamente tutelante, in cui il rischio è quello di essere chiamato a pagare di tasca propria il danno in caso di superamento dei limiti previsti. Come se non fosse abbastanza, in molti hanno denunciato la non ricezione dell’attestato bonus/malus aggiornato, rimanendo ostaggio della compagnia assicurativa.

La cosa folle è che tutto ciò può avvenire nel pieno rispetto delle norme previste; il concessionario, ovviamente, non è costretto a iscriversi al RUI (Registro Unico Intermediari assicurativi e riassicurativi) né, di conseguenza, a seguirne le regole. L’importante è che sappia vendere.

Le associazioni Konsumer e ACU, per bocca dei rispettivi presidenti – Fabrizio Premuti e Gianni Cavinato – lanciano un monito congiunto: “Si tratta di assicurazioni ingannevoli, di pratiche sleali ai danni dei consumatori non informati che dovranno concorrere al rischio e pagare fino ad una certa cifra in caso di danni da risarcire.“

In attesa di provvedimenti ufficiali, non resta che invitare i cittadini a porre attenzione massima, e a non lasciarsi accattivare da spot attraenti e abili venditori. Loro fanno il loro lavoro, e lo fanno bene, purtroppo.