Referendum giustizia, Monti si accoda a Berlusconi. E dopo le Camere penali anche gli avvocati civilisti si mobilitano per strada

di Fausto Cirillo

Si è seduto davanti ai banchetti radicali di largo Argentina a Roma e ha compiuto, circondato dai fotografi, uno dei gesti politicamente più significativi di Scelta civica. Insieme ai suoi compagni di partito Benedetto Della Vedova e Ilaria Borletti Buitoni, l’ex premier Mario Monti ha infatti sottoscritto ieri quattro dei cinque referendum sulla giustizia, dicendosi d’accordo sulla separazione delle carriere di magistrati inquirenti e giudicanti, sull’abolizione dell’ergastolo, sull’abolizione del distacco dei magistrati nei ministeri e riduzione delle ipotesi di custodia cautelare. La sua firma è stata raccolta anche in calce al quesito sull’eliminazione del reato di immigrazione clandestina. A pochi giorni dalla consegna dei moduli in Corte di Cassazione, quando gli scatoloni dovranno giocoforza contenere 500mila firma autenticate e certificate su ciascun quesito, si allarga così l’intesa trasversale a sostegno nella campagna indetta da Marco Pannella per affidare al voto popolare riforme puntuali della giustizia troppo a lungo rimandate. Lo sanno bene anche gli avvocati civilisti, che sempre ieri hanno invitato tutte le Camere Civili aderenti all’Unione Nazionale a promuovere la raccolta delle firme e a sollecitare i propri associati alla sottoscrizione dei referendum radicali. In una nota hanno infatti denunciato come in questi ultimi vent’anni il Parlamento italiano abbia evidenziato «un’assoluta incapacità ad affrontare molte problematiche legate alla giustizia sia per una serie di ‘veti incrociati’, sia per la mancanza di coraggio della nostra classe politica, sia ancora per la sua inadeguatezza, con una conseguente impossibilità di riforme in sede parlamentare».
Nel frattempo, in attesa di trasformarsi nella nuova Forza Italia, il Pdl sta spendendo gli ultimi suoi giorni di vita in una mobilitazione militante senza precedenti. Sarà anche per questo che il coordinatore Denis Verdini ha per la prima volta lasciato intravedere la possibilità di un successo insperato, colto sul filo di lana. «Da tutte le sedi locali del partito – ha annunciato – arrivano segnali assai positivi che ci indicano come il traguardo sia davvero a portata di mano. Per questi motivi, poiché un conteggio preventivo è impossibile, per evitare qualsiasi tipo di rischio, a dieci giorni dal termine della raccolta di firme, è necessario un ultimo, decisivo sforzo per ottenere il risultato da tutti noi auspicato. Per questo invito tutti i dirigenti del Pdl ad impegnarsi al massimo affinché si possa consegnare alla Cassazione un risultato straordinario».