“Dal dicembre 2017, cioè dalla iscrizione degli attuali indagati, non vi è più stato alcun nuovo contributo della procura generale del Cairo per il progresso delle indagini”. E’ quanto afferma, in un intervento sulla Stampa, l’ex procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, attualmente presidente del Tribunale vaticano, a proposito delle indagini sul sequestro e la morte del ricercatore italiano Giulio Regeni. “I prossimi mesi – spiega ancora Pignatone – ci diranno se, a prescindere dall’ipotesi di eventuali nuove autonome acquisizioni, in via teorica sempre possibili, la volontà di collaborazione, sempre riaffermata da parte egiziana, riprenderà con gesti concreti che possano consentire di chiarire tutte le responsabilità e portare alla punizione dei colpevoli”. Pignatone ripercorre quindi i passaggi centrali della vicenda Regeni, “dalla campagna che l’ha diffamato come spia, ai tentativi di depistaggio”, sottolineando i passi avanti che si sono fatti grazie a una collaborazione anche giudiziaria tra Italia ed Egitto che, ora, appare però “ferma”.
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