Renzi non pensa al vitalizio. E l’ex premier rivendica: mai privilegi, guadagno meno di Di Maio

Altro che vitalizio, Matteo Renzi va al contrattacco del Movimento 5 Stelle: "Non ho il vitalizio né mai lo avrò. Anzi guadagnavo meno di Di Maio".

Altro che vitalizio, Matteo Renzi va al contrattacco del Movimento 5 Stelle: ” Non ho il vitalizio né mai lo avrò. E siccome ho avuto una polemica personale ho rinunciato all’aspettativa da un’azienda privata buttando via 30-40mila euro che sul mio conto pesano. Io sono pronto a discutere, perché a palazzo Chigi guadagnavo la metà di quello che guadagnano Di Battista e Di Maio. Oggi non ho indennità, non ho immunità, non ho un vitalizio”. L’ex premier, ospite a Corriere Live, ha quindi ribadito: “La mia proposta è quella di Matteo Richetti. Su questi temi giochiamo a carte scoperte: l’atteggiamento strumentale e anche violento non sfonda con il sottoscritto”.

Renzi ha anche il modo di protestare dei 5 Stelle: “Non accetto che nel giorno in cui a Londra ci sono morti, si attacca il Parlamento con i coltelli, ci possa essere qualcuno che inneggia alla violenza e usa violenza nei confronti delle istituzioni”.  Sull’altro tema caldo delle ultime ore, l’ex segretario del Pd ha scelto la prudenza: “Non commento le frasi di Bersani da qualche mese, rispetto la sua opinione. In questo momento più che ragionare degli altri penso sia importante parlare delle primarie e dei congressi”. Mentre sul tema alleanze lancia la stoccata ai tanti partiti nati a sinistra del Pd: “La cosa fondamentale non è discutere delle alleanze ma discutere dei programmi. Ora c’è da fare il congresso tra gli iscritti, poi le primarie nel centrosinistra, poi le elezioni”. E quindi “fondamentale non è discutere di alleanze tra partitini e sigle ma proporre idee chiare”. 

Infine, Renzi ha lanciato lo sguardo al futuro: “Se devo dirla tutta, credo che questa legislatura non sarà quella  decisiva sul rapporto fisco-famiglie. Penso infatti che sarà la  prossima legislatura quella destinata a sciogliere i nodi del reddito familiare e del quoziente. E se vinceremo il congresso del 30 aprile noi come Pd partiremo, su questi temi, dalle considerazioni portate  avanti da Nannicini e Lepri”.