Renzusconi atto terzo

Dalla Redazione

Tre ore per discutere dell’Italicum. Così è andato in scena il terzo incontro tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. Sul tavolo, si diceva, le possibile modifiche alla legge elettorale che Pd e Forza Italia avevano concordato lo scorso gennaio. Al vertice, oltre ai due protagonisti, erano presenti anche i registi dell’asse democrat-Fi, Denis Verdini, Paolo Romani e Gianni Letta e i pretoriani del premier. A Berlusconi spettava, in particolare, comunicare a Renzi quali modifiche Forza Italia è disposta ad accettare della legge che entrerà nel vivo a settembre, quando potrebbe svolgersi un nuovo incontro tra i due leader, magari per sancire un nuovo patto del Nazareno.

ORA SULLA LEGGE ELETTORALE I MINI PARTITI ALZANO LA VOCE

Di Lapo Mazzei

Da una parte c’è il patto del Nazareno (quello attorno al quale ruota il discorso amoroso fra Renzi e Berlusconi) che va rafforzandosi con il passare delle ore. Dall’altra ci sono i partiti medio-piccoli di centro, ma non solo, che provano a stringere i tempi per un accordo che preveda una consultazione e un’ azione comune. Perché se la riforma del Senato sembra ormai cosa fatta, la legge elettorale deve essere ancora inserita all’interno di quella cornice che è stata delineata dal presidente del Consiglio e dal leader di Forza Italia. Insomma, attorno all’Italicum è l’ora dei medi e piccoli che non vogliono restare fuori dal gran ballo della legge elettorale. Ed è stato proprio questo il tema della riunione, durata un paio d’ore, organizzata nello studio del questore del Senato, nonché vice segretario vicario Udc, Antonio De Poli, che è servita a fare il punto e a studiare come evitare di fare le spese della morsa del Cavaliere e del premier.

Il confronto
Presenti all’incontro da De Poli, oltre al compagno di partito Giuseppe De Mita, il coordinatore del Nuovo centrodestra Gaetano Quagliariello, il presidente dei senatori di Per l’Italia Lucio Romano, il capogruppo di Scelta civica Gianluca Susta con Renato Balduzzi, Mario Mauro. Nomi, storie e idee molto diversi fra loro, ma che comunque hanno un minimo comune denominatore avendo avuto a che fare con i rimescolamenti di Scelta civica, ormai residuale rispetto al contesto generale. Per questa ragione le divisioni di un tempo sembrano essere state messe provvisoriamente da parte di fronte a quella che viene percepita come una potenziale minaccia comune. Prima fra tutte, la legge elettorale. L’obiettivo comune è evitare di essere marginalizzati e quindi nelle intenzioni dei partecipanti, oltre al gruppo unico che però sembra ancora di là da venire, si tratta di formare una sorta di “massa critica” in grado di sventare operazioni penalizzanti. E quindi lavorare per alzare al 40% la soglia di accesso al premio di maggioranza delle forze coalizzate ed evitare che l’eventuale preferenza sia limitata solo al secondo in lista, visto che il capolista è scelto dai leader di partito. “Per i partiti piccoli sarebbe solo una presa in giro”, ha detto uno dei partecipanti all’incontro. Meno criptico, ovviamente per ragioni dettate dal far parte della maggioranza, Gaetano Quagliariello. “Nessuna preclusione, anzi valutazione positiva del coinvolgimento delle forze di opposizione nella riscrittura delle regole. Ben venga dunque l’incontro tra Renzi e Berlusconi. L’esigenza che noi poniamo, costruttiva, è che la legge elettorale venga considerata in un’ottica di sistema”, spiega. Il coordinatore dell’Ncd, “con la riforma costituzionale stiamo cambiando completamente il nostro bicameralismo. La legge elettorale non può non tener conto del nuovo assetto istituzionale e inserirsi in questo contesto. E l’Italicum com’è uscito dalla Camera, evidentemente, non risponde a questa esigenza e necessita di correttivi”. Insomma, va bene il Senato riformato, ma anche la legge elettorale si deve adeguare al nuovo scenario.

I punti
E sarà proprio questo il primo punto all’ordine del giorno del vertice fra Renzi e Berlusconi che andrà in scena quest’oggi. I due, oltre a suggellare il nuovo patto del Nazareno, delineeranno lo scheletro della nuova legge elettorale. Che deve necessariamente andare bene al Cavaliere, pronto a tornare di nuovo in pista quando gli sarà restituita la piena agibilità politica, come ha esplicitamente chiarito al premier. “Saremo capaci di fare la riforma della legge elettorale. Sono ottimista sull’accordo”, afferma il premier Matteo Renzi, incontrando i giornalisti in centro a Roma. Un ottimismo figlio anche dell’incontro avuto con Alfano, servito a confermare che “non esistono accordi a due o addirittura blindati per cambiare la legge elettorale” , spiega il responsabile del programma del Nuovo Centrodestra, Renato Schifani, conversando con i giornalisti a Palazzo Madama, “Ncd intende svolgere un ruolo attivo nella riscrittura della nuova legge elettorale, confermandosi determinato e determinante anche su questo tema”. L’unico che in questo momento sembra scaldare davvero gli alfaniani, dato che dalle soglie di sbarramento dipende la vita o la morte di un partito. Mica un dettaglio.