Riaccreditarsi con Berlusconi esautorando Ghedini. Così Toti scala il partito e guida i delusi dopo il 4 marzo

Riaccreditarsi col Cav esautorando Ghedini. Così Toti scala il partito e guida i delusi dopo il 4 marzo

Ha smentito le indiscrezioni che ieri pomeriggio lo volevano a Roma, causa riunione coi delusi (ed esclusi) di Forza Italia in un imprecisato hotel: “La realtà è che oggi (ieri, ndr) sono a Genova, impegnato a lavorare per la Regione Liguria”. Giovanni Toti, ex direttore di Tg4 e Studio Aperto e sponsor del partito unico, prova pubblicamente a smarcarsi da chi lo indica come colui che starebbe tramando chissà cosa proprio nei giorni in cui al Quirinale vanno in scena le consultazioni. “Le mie considerazioni sulle trattative di queste ore tra i partiti, alle quali non partecipo in alcun modo – ripete l’interessato – sono pubbliche”. Dopo aver messo in chiaro le cose, il governatore della Liguria ha però lanciato il primo segnale di quella che dentro FI molti raccontano essere la sua nuova strategia.

Pontieri del Cav – Cioè lavorare non contro, come l’operazione-delusi potrebbe far pensare, ma per Silvio Berlusconi. Facendo da ‘pontiere’ tra i due mondi, Arcore e appunto i malpancisti. Che dentro al partito non sono pochi, soprattutto per come sono andate le cose il 4 marzo. “Credo che la pretesa di Di Maio di escludere un leader politico che rappresenta oggi circa 4 milioni di elettori sia offensiva per la democrazia non per Berlusconi” che “rappresenta un partito che fa parte a pieno titolo della coalizione di Centrodestra e sarà la coalizione che deciderà chi parla per chi e per dire che cosa”, ha chiarito sempre ieri Toti. “La verità”, spiega a La Notizia un parlamentare di FI che ha recentemente avuto contatti col presidente ligure, “è che finita l’epoca in cui Brunetta e Romani dettavano legge nei gruppi di Camera e Senato e con Ghedini finito sulla graticola, Toti sta provando a tornare nelle grazie del Cav”. Questo insomma non è che il primo mattone, poi si vedrà. Tenendo sempre e comunque d’occhio le strategie di Salvini, che, giura la stessa fonte, “non strapperà con Berlusconi, perché sa che da solo non andrebbe da nessuna parte. Piuttosto, punta a spolpare dall’interno FI. Ci vorrà più tempo, ma ai fini elettorali è molto più conveniente…”.

Tutti in bilico – Ma non c’è solo l’operazione-Toti ad agitare gli animi dentro FI. L’altra partita altrettanto delicata, raccontano, è quella che si sta giocando in queste ore proprio nei gruppi parlamentari. Soprattutto in quello di Montecitorio, dov’è in corso la “debrunettizzazione” del gruppo. Dopo la nomina di Mariastella Gelmini come capogruppo, infatti, restano da assegnare altri due, delicatissimi incarichi: quello di vice capogruppo vicario e di tesoriere. Nel primo caso, il calabrese Roberto Occhiuto (vice capogruppo uscente) potrebbe dover lasciare il posto a una new entry, cioè il coordinatore toscano di FI Stefano Mugnai, che vanta buoni rapporti con Deborah Bergamini. Nel secondo, invece, il ruolo che nella passata Legislatura ricoprì Pietro Laffranco (non ricandidato) potrebbe finire alla riconfermatissima Lorena Milanato. Anche stavolta non è detta l’ultima.

Tw: @GiorgioVelardi