Riecco l’Aquarius, la solidarietà spagnola è già finita. Roma richiude i porti. Barcellona li apre ma da Madrid arriva lo stop

Il vice premier Matteo Salvini è categorico: “Vada dove vuole ma non in Italia”. Il ministro delle Infrastrastrutture Danilo Toninelli indica addirittura la soluzione: “L’Ong Aquarius è stata coordinata dalla Guardia Costiera libica in area di loro responsabilità. La nave è ora in acque maltesi e batte bandiera di Gibilterra. A questo punto il Regno Unito si assuma le sue responsabilità per la salvaguardia dei naufraghi”.

E così, mentre la Aquarius torna a far parlare di sé, Libia, Malta, Tunisia e Italia chiudono i porti alla nave con 141 migranti a bordo. Un nuovo caso che l’Unione europea tenta di smorzare assicurando il “massimo impegno diplomatico per una soluzione rapida”. Che stavolta, però, non potrà arrivare dalla Spagna. Dove, dopo aver cavalcato la questione contro i sovranisti, a quanto pare i tanto sbandierati valori dell’accoglienza e della solidarietà sono già venuti meno. Se da una parte, infatti, Barcellona si era subito resa disponibile ad accogliere la nave, il Governo di Madrid ha prontamente stoppato l’iniziativa della città catalana: “La Spagna non è il porto più sicuro, secondo la legge”. Da Bruxelles, intanto, fanno sapere che “la Commissione Ue è in contatto con un numero di Stati membri, che ci hanno contattato”, per la ripartizione dei migranti. “Come abbiamo fatto per casi precedenti, siamo pronti a prestare il nostro pieno sostegno e peso diplomatico, per una rapida soluzione”, spiega il portavoce Tove Ernst.